Addio don Villanova prete in prima linea

SAN GIORGIO IN BOSCO. Si è spento un pezzo di storia di San Giorgio in Bosco. Don Antonino Villanova aveva 93 anni; il funerale verrà celebrato oggi, alle 14.30, nella chiesa di Poleo di Schio (Vi). La storia di don Antonino - primo di 11 figli - è totalmente intrecciata a quella della pieve vicentina, dove giunse pochi mesi dopo la liberazione dal nazifascismo. «Si trovò a operare», ricorda l’ex sindaco, Leopoldo Marcolongo, nel libro dedicato alle vite consacrate di San Giorgio in Bosco, «in una realtà difficile, a maggioranza comunista, perciò soprannominata la “Piccola Russia”. Nel 1946, con i comunisti, don Antonino eresse il Monumento per i 111 caduti nelle due guerre dal 1915 al 1945». Con l’aiuto di un piccolo gruppo di fedeli generosi e combattivi, il don iniziò la ricostruzione del paese, con la realizzazione di una scuola materna affidata alle Suore Orsoline di Breganze. Nel 1957 anche Poleo fu dichiarata parrocchia e don Antonino ne fu il primo parroco. Nel terreno adiacente alla chiesa sorse in breve il centro giovanile, fu rinnovato il vecchio “Circolo Cattolico”, fu costruito un cinema-teatro e, vicino, campi da gioco, cortili, parcheggi e giardini. L’impegno sociale del parroco si concretizzò, a partire dal 1970, con la creazione di un Villaggio operaio, dove trovarono posto quasi 100 famiglie di Poleo. Cavaliere della Repubblica, nel 2000 riuscì a vedere realizzata l’ultima opera per la sua comunità, il campanile con nove campane. Nel 2002 il Comune di San Giorgio e la Pro Loco gli tributarono il riconoscimento del “Drago d’oro” «per il lungo intenso impegno come sacerdote e guida spirituale in un paese del nostro Veneto uscito con le piaghe dell'ultima guerra». Riposerà per sempre nel cimitero dell’amata Poleo.
Silvia Bergamin
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