Ambulatorio e ristorante, la zona rinasce

ARCELLA. Un centro servizi con uno spirito commerciale; un impegno civico e passionale di chi ama la propria città; una scommessa sulla strada della vittoria contro il degrado. Il complesso nato in via Ansuino da Forlì, angolo via Lippi, è tante cose. Prima di tutto è il frutto della volontà di ferro del dottor Ubaldo Lonardi che qui ha portato cinque colleghi (con lui sei) per un ambulatorio di gruppo; poi una parafarmacia (San Carlo) e un ristorante, l’Arcellino. «Ho iniziato 20 anni fa con l’attività ambulatoriale – racconta Lonardi – e con il mio lavoro ho sempre cercato di contribuire per raggiungere un livello di civiltà sufficiente, rapportandomi alle altre realtà vicine». Quando chiuse la pizzeria storica sotto lo studio medico, Lonardi è entrato in campo comprando l’immobile. «Non era e non è il mio mestiere – riferisce – ma non volevo finisse in mani sbagliate. Con il tempo è arrivata l’idea di fare un gruppo di medici e ho pensato che quell’angolo di Arcella potesse rinascere».
E così, dal nulla, è nato un piccolo centro servizi. «Il ristorante Arcellino, di Momo, ne è il cuore – assicura – perché è un luogo di vita: mangiare assieme è uno dei momenti più importanti della vita. Mettendo la linfa si va contro la morte sociale. Ancora di più qui, in questo scampolo di Arcella dove si combatte contro gli spacciatori. Non possiamo pensare di avere un carabiniere o un poliziotto o un vigile sotto casa, ognuno di noi deve fare la sua parte».
L’impegno civico pesa, ma premia: «da quando ha aperto il ristorante si vive bene: le farmaciste non hanno più paura di uscire con l’incasso da depositare in banca; i nostri pazienti sono tranquilli, è la vita che vince. Momo era già attivo a Vigodarzere con una pizzeria, ma voleva venire in città. Perché non l’Arcella gli ho detto. È nato Arcellino, come qualcosa di nuovo che rinasce: un ristorante dalla cucina sarda con carne e pesce. Stiamo rischiando insieme». I sei medici di base sono tutti “massimalisti”, ovvero hanno il numero massimo di pazienti e dunque c’è un giro di 10 mila persone. Hanno la segreteria in comune e alcun servizi (pronti ad essere ampliati) e garantiscono la presenza del medico 9 ore al giorno. «I nostri pazienti sono contenti – assicura Lonardi – qualche anziano fa più fatica ad accettare il cambiamento, ma noi siamo pronti ad accompagnare tutti. Ogni settimana ci troviamo fra noi per una riunione collettiva, pronti a considerare problemi e risolverli». (e. sci.)
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