Amore in chat, le ruba 40 mila euro

BRUGINE. Aveva pubblicato online un annuncio di natura immobiliare. Poi, fra le tante, era arrivata la risposta di quello statunitense, più o meno coetaneo, che lavorava nei pozzi petroliferi. Da lì l’inizio di una corrispondenza che, a distanza, si è trasformata – chissà come – in una sorta di relazione sentimentale. I due chattano tramite i Social, si parlano, si inviano foto. Lui, un giorno, dichiara il suo amore; lei ci casca. Lui, allora, promette di arrivare in Italia, a Brugine; lei lo aspetta e prepara il “benvenuto”. Poi, nell’atteso giorno, nuovo sms via messenger: «Sono bloccato all’aeroporto Malpensa di Milano per problemi di vaccini... Devo pagare. Mi servono soldi. Tanti soldi che, in questo momento, non ho. Altrimenti, mi rispediscono indietro» la chiamata d’aiuto. Lei inciampa in quella trappola clamorosa. E paga: ben 40 mila euro attraverso tre bonifici bancari. E, come da copione, il fidanzato-online diventa un fantasma. Sparisce, come il malloppo.
Sul caso è stata aperta un’inchiesta: indagano i carabinieri di Piove dopo aver ricevuto la denuncia di una sessantenne di Brugine, vedova da quattro anni, desiderosa di rifarsi una vita.
E chi spunta dietro uno dei conti destinatari della somma? Il nominativo di un nigeriano. È chiaro che, poco dopo aver pagato, la signora si rende conto di essere stata raggirata. Così si presenta nella stazione dei carabinieri e firma la querela. «Dopo un po’ mi aveva detto che si era innamorato di me» la giustificazione, comprendendo di essere caduta in trappola, «Ero rimasta sola, speravo in una relazione seria».
L’uomo le aveva inviato una foto: era un bianco americano di mezza età dall’aria rispettabile. I carabinieri hanno accertato che uno dei bonifici è arrivato sul conto bancario intestato a un nigeriano.
In questo periodo si stanno moltiplicando le truffe perpetrate con lo stesso sistema nei confronti di donne sole che, invaghite di un partner virtuale (mai visto di persona, se non in foto, e sentito via chat), si ritrovano alleggerite di parecchi migliaia di euro versati sulla base di una fiducia mal corrisposta.
È dei giorni scorsi il caso di una quarantenne padovana che, irretita da un sedicente militare Usa reduce da missioni di guerra in Afghanistan, non aveva esitato a trasferire ben 100 mila euro tramite il sistema Money Transfer. Il motivo? Aiutarlo ad affrontare costose cure mediche. Anche in quel caso soldi versati, soldato sparito. Seguendo le tracce in rete, gli investigatori hanno scoperto che, dietro al sedicente militare, ci sarebbero tre nigeriani domiciliati a Modena. In mano alla signora solo la foto di un soldato in divisa. Una divisa dell’esercito Usa ai tempi del Vietnam, probabilmente un’immagine scaricata da Internet.
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