Antonveneta-Mps Gli esternalizzati senza garanzie

Vicenda Mps-Antonveneta: reazioni negative a Padova alla costituzione della società che dal 1°gennaio prenderà in organico i 98 dipendenti da esternalizzare. In tutta Italia sono 1.066 e...

Vicenda Mps-Antonveneta: reazioni negative a Padova alla costituzione della società che dal 1°gennaio prenderà in organico i 98 dipendenti da esternalizzare.

In tutta Italia sono 1.066 e rappresentano la seconda ondata di «dismissioni di personale» della banca, dopo i 2.700 variamente allontanati dal 2011 e in attesa di altre 5.300 riduzioni entro il 2017.

Tagli necessari per portare il gruppo a quota 23.000 unità, ritenuta necessaria dal piano industriale presentato all’Unione europea. Su questa impostazione c’è un avallo iniziale di Cisl e Uil, che hanno firmato il piano del 19 dicembre 2012, ma non degli altri sindacati, in particolare la Cgil, ma anche Dir Credito, Sinfub e Unisin.

C’è da dire che queste sigle sindacali rappresentano giocoforza il personale che resta in organico della banca prima di tutto. Motivo per il quale gli esternalizzati si considerano senza una copertura sindacale precisa, o quanto meno privi di voce diretta.

Questo è il primo punto di grave disagio, unito al fatto che il passaggio da Monte dei Paschi a Fruendo Srl non avviene (contrariamente a quanto avevamo scritto) con l’agognata lettera individuale di riassunzione, che garantirebbe ad ognuno il legame con la casa madre nel caso di futuri rovesci. Nella comunicazione ufficiale di venerdì scorso l’azienda parla di rapporto di lavoro «senza soluzione di continuità», ma in un quadro di cessione di ramo d’azienda.

Le uniche garanzie, peraltro non da poco dati i tempi e soprattutto le condizioni disastrose del Monte dei Paschi, sono il mantenimento del contratto del credito e la disponibilità di Fruendo srl ad assicurare ai1066 il trattamento economico di cui godono, inclusa la posizione nel fondo pensione di Mps.

Qualcosa dovrebbe anche significare il contratto tra Mps e Fruendo Srl, previsto in 18 anni di durata, per la gestione di tutte le operazioni di back office (dopo lo sportello) della banca. Ma anche qui gli esternalizzati vedono il bicchiere mezzo vuoto: nessuna dichiarazione, sostengono, può mettere al riparo dalle verifiche societarie imposte a scadenze precise dal codice civile. La società deve reggersi in piedi da sola.

Desta invece perplessità il fatto che la formula scelta sia quella di una responsabilità limitata (60% Bassilichi Spa e 40% Accenture Spa). Il particolare viene sottolineato negativamente anche da Dir Credito, che parla di «iniziativa ininfluente dal punto di vista industriale».

Stando alle cifre della stessa azienda, la Dir stima in 75 milioni di euro il costo per il Monte del personale esternalizzato, mentre non è ancora noto quello che dovrà pagare a Fruendo Srl: «Qualora il risparmio fosse ininfluente o irrisorio, bisognerebbe capire la reale motivazione di questa operazione».

Renzo Mazzaro

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