Arruolamento e raccolta fondi i primi compiti del nuovo Csv

Chiusa l’era Alecci, eletto ieri il nuovo consiglio direttivo di Padova-Rovigo Le associazioni chiedono aiuto per il ricambio generazionale e per le pratiche
Cristiano Cadoni



Il volontariato padovano ha numeri da record ma cerca nuove forze, più risorse economiche e supporto per gli adempimenti burocratici. Sono questi i bisogni più urgenti emersi anche ieri nella seconda assemblea congiunta dei soci dopo la fusione tra il Centro servizi volontariato di Padova e quello di Rovigo, avvenuta formalmente l’1 gennaio 2021. All’hotel Petrarca di Boara Pisani il Csv unico è entrato nel futuro, salutando la presidenza di Emanuele Alecci, che lascia per seguire la candidatura del volontariato a bene immateriale Unesco, ed eleggendo il nuovo consiglio direttivo.



Hanno votato 372 associazioni socie del Csv Padova e Rovigo su 553 aventi diritto. Come da regolamento, gli eletti sono undici, sette in rappresentanza di Padova e quattro per Rovigo. Per Padova entrano nel direttivo Silvia Bonanato (Telefono Amico), Maria Luisa Corte (Anteas), Carmelo Lo Bello (Medici in Strada), Luca Marcon (Avis), Mario Fausto Nalin (Auser), Patrizia Zantedeschi (Movi) e Flavio Zelco (Associazione consulta del volontariato). Per Rovigo Massimiliano Antonioli (Avis), Lamberto Cavallari (Croce Verde) - entrambi vicepresidenti di Alecci nell’ultimo anno - Marinella Mantovani (Auser) e Mario Martinello (Anteas). Il direttivo sarà in carica fino al 2025. Nei prossimi giorni si riunirà per eleggere presidente, vice e tesoriere. Cariche che vedranno un’alternanza fra Padova e Rovigo a metà del mandato.



Attraverso un questionario, il Csv ha rilevato bisogni e problemi delle associazioni. I risultati, presentati ieri, dicono che il 60% dei sodalizi avrebbe bisogno di più volontari e che il 50% denuncia carenza di risorse economiche e bisogno di assistenza per adempimenti fiscali e amministrativi. Per il 25% delle associazioni, inoltre, c’è bisogno di aiuto per la progettazione, la partecipazione ai bandi di finanziamento, la comunicazione e la promozione. Il questionario indagava anche le priorità di intervento individuate dalle associazioni: al primo posto c’è la necessità di diffondere la cultura del volontariato, quindi la necessità di ridurre i problemi legati a salute e sanità, solitudine ed emarginazione. Per il futuro, le associazioni prevedono di sviluppare nuove attività (70%) e di favorire un ricambio generazionale. Tutte hanno espresso parere positivo sull’operato del Csv, il 75% ha attribuito a quest’ultimo un voto fra 8 e 10. Sulla base delle indicazioni emerse dal questionario, i consiglieri hanno preparato un programma di lavoro per il 2022 che sarà sottoposto all’esame dell’Organismo nazionale di controllo entro il 31 dicembre. Oltre all’attività ordinaria del Csv, si prevede lo sviluppo di azioni e servizi dedicati alla raccolta fondi per le associazioni, il supporto amministrativo tramite un nuovo programma gestionale, percorsi di co-progettazione in entrambe le province, azioni di animazione territoriale per facilitare il dialogo tra associazioni e pubblica amministrazione, attività per avvicinare i giovani al volontariato e l’implementazione della scuola di formazione al volontariato, servizi a supporto della digitalizzazione delle associazioni.



Il presidente uscente, che lascia dopo due mandati, si è congedato con parole toccanti e ringraziando lo staff che l’ha affiancato: «In questi anni insieme abbiamo lavorato molto per promuovere un volontariato scomodo che riesca a pungolare le istituzioni e i cittadini», ha detto. «Vi auguro che continuerete a mettere al centro il valore della gratuità. È giunto il tempo di far emergere sempre di più il valore del volontariato organizzato, perché quello singolo ha un grande valore ma quello organizzato ha una funzione politica. Vi auguro di essere come il buco nei calzini verso quelli che ci utilizzano e non ci rispettano, come sta succedendo in questi giorni con l’ipotesi di introduzione della partita Iva per tutte le associazioni. Il futuro sono le relazioni». —

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