È tornato a casa il contabile scappato via per il rimorso

Venerdì aveva lasciato un biglietto in cui confessava irregolarità nel suo lavoro Poi alcuni contatti telefonici fino alla scelta di rientrare e affrontare le difficoltà



È tornato a casa e affronterà con la sua famiglia ogni problema. È durato poco più di 48 ore l’allontanamento del 65enne revisore contabile di Fontaniva, che nella tarda mattinata di venerdì è salito sulla sua macchina, una Volkswagen, e si è dileguato. Aveva fatto perdere le sue tracce e aveva lasciato solo una lettera ai tre figli e alla moglie in cui spiegava il suo profondo sconforto e alludeva ad alcune scorrettezze commesse nella sua attività. Un macigno che sembrava insopportabile, da cui sentiva l’urgenza di fuggire per sempre.

A questo proposito il suo socio dello studio di Cittadella puntualizza che «i problemi riguardano clienti cui presta consulenza nell’ufficio di Fontaniva e non toccano quelli che vengono seguiti a Cittadella. Siamo tutti sconvolti, si è trattato di un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Lo conosco da quando siamo bambini».

Una vita seria, normale, di lavoro e attenzione ai propri cari: «È una persona con i suoi interessi, ma sempre dedita alla famiglia. I figli ieri mattina stavano verificando nelle carte di casa per capire cosa potesse aver fatto per spingerlo ad allontanarsi così».

Il professionista si occupa di contabilità, nella missiva lasciata ai familiari aveva spiegato le irregolarità con cui avrebbe danneggiato i clienti. L’allontanamento volontario è stato denunciato ai carabinieri, che hanno prontamente segnalato l’accaduto alle autorità competenti. Dopo la scoperta della lettera, ci sono stati alcuni contatti telefonici con il 65enne, che progressivamente hanno consentito di arrivare a una soluzione positiva. Sabato il fontanivese ha infatti telefonato ai familiari, utilizzando un cellulare che si era fatto prestare. Ieri mattina, invece, l’uomo ha riacceso il suo telefonino per spedire un messaggio ai parenti. Il dispositivo, però, è stato immediatamente spento: di nuovo irraggiungibile, non rintracciabile.

Ma nello scambio di messaggi, evidentemente, si è aperta una speranza e si è iniziato a ristabilire il filo che unisce l’uomo alla sua famiglia. Uno scambio di comunicazioni che ha fatto via via maturare la scelta di tornare a casa per condividere ogni questione e tornare a guardare avanti.

Per un paio di giorni nell’Alta Padovana si è quindi nuovamente materializzato l’incubo di una scomparsa: tra fine luglio e agosto dello scorso anno Anna Fasol aveva lasciato la sua casa per andare a Roma, è stata trovata dai carabinieri in una casa della Caritas grazie all’incrocio delle celle della nuova utenza di cellulare che aveva attivato nella Capitale. A novembre, invece, ha lasciato la famiglia Teresa Azzalin, che vive a Carmignano, diretta verso Milano: la donna dopo un paio di settimana ha accolto l’accorato appello a ritornare lanciati da marito e figli. —

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