Eredità contesa, badante condannata per stalking

Sei mesi alla dama di compagnia del senatore Verzotto, morto nel 2010: la 57enne per un anno e mezzo perseguitò i parenti del parlamentare con minacce e offese
SBRISSA-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-ESTERNI TRIBUNALE DI PADOVA
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SANTA GIUSTINA IN COLLE. Si chiude, a oltre sei anni dai fatti, il caso della stalker che aveva preso di mira, con pesantissime lettere anonime, la moglie e la famiglia del noto avvocato ed ex sindaco Luigi Verzotto per una questione di eredità contesa. Il giudice del Tribunale di Padova Claudio Marassi, con sentenza dell'8 maggio scorso, ha condannato a sei mesi di reclusione Maria Cecilia Zorzi, 57 anni, segretaria della parrocchia di Santa Giustina in Colle all'epoca dei fatti e già dama di compagnia dell'ex partigiano, senatore e potentissimo esponente della Dc siciliana Graziano Verzotto (morto nel 2010), per aver ingiuriato, diffamato, minacciato e molestato per mezzo di lettere e messaggi anonimi indirizzati a Luciana Amabile Scapin, moglie del fratello dell'ex senatore.

La pena è stata sospesa e la donna condannata al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni non patrimoniali a favore di Luciana Amabile Scapin per 20.000 euro, del marito per 5.000 euro e dei figli della coppia per altri 10.000 euro complessivi. La vicenda era iniziata nel dicembre 2010 quando, nella villa di famiglia di Luigi Verzotto, come pure nei suoi due studi legali di Padova e Camposampiero, erano arrivate le prime lettere anonime, scritte al computer, contenenti pesanti offese e minacce nei confronti in particolare della moglie, ma anche della figlia e in generale della famiglia.

Riferimenti a tombe, a pericoli incombenti, alla presunta eredità riconducibile a Graziano Verzotto e a comportamenti poco edificanti attribuiti dall'anonimo stalker alla stessa moglie e alla figlia dell'avvocato Verzotto. Tali missive anonime avevano assunto una frequenza più che settimanale, superando il centinaio e avevano procurato alla donna e ai suoi familiari, oltre a una situazione di ansia costante, un fondato timore per la propria incolumità. Dapprima l'ex sindaco aveva presentato più querele contro ignoti ma poi, all'inizio del 2012, dopo alcune valutazioni e grazie ad alcune indicazioni ricevute, Luigi Verzotto aveva denunciato la segretaria della parrocchia. Dal maggio 2012 l'arrivo delle lettere era cessato e dopo le indagini dei carabinieri, nel giugno 2014, Maria Cecilia Zorzi era stata rinviata a giudizio su richiesta del pm Francesco Tonon.

Oggi la condanna in primo grado in un processo in cui l'imputata è stata difesa dall'avvocato di Padova Pietro Someda mentre la famiglia Verzotto si era rivolta ai legali padovani Paolo Marson e Alessandra Milani. Sulla vicenda, Luigi Verzotto non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

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