Gianni Di Marzio: "Sarri omofobo, sei indifendibile"

Ma anche nell'ambiente calcistico padovano c'è chi sostiene che certe cose debbano rimanere in campo...
Gianni Di Marzio
Gianni Di Marzio

PADOVA. Sarri è un razzista, uomini come lui non possono stare nel modo del calcio".

Il quarto di finale di Coppa Italia tra Napoli ed Inter non finisce con la vittoria dei nerazzurri. Il tecnico Roberto Mancini accusa Maurizio Sarri di averlo insultato con parole omofobe: "Ha iniziato a inveire contro di me, dandomi del 'frocio' e 'finocchio'. Ha 60 anni e si deve vergognare, questo episodio cancella tutto. È una vergogna, uno che si comporta così in Inghilterra non vedrebbe più il campo". L’allenatore del Napoli replica: "Sono cose che in campo succedono e devono finire lì. Sono andato a chiedergli subito scusa negli spogliatoi, può darsi io l'abbia offeso, ma secondo me sono cose che devono rimanere in campo".

E il dibattito, ormai, è aperto. "Sarri, sei indifendibile", ha detto ieri sera negli studi di Rai Sport l’ex allenatore del Padova, Gianni Di Marzio, "Se parliamo di calcio, ha una grande squadra e sta facendo grandi cose, continuerà a farle e merita di vincere lo Scudetto. Però non ci aspettavamo frasi del genere da un uomo intelligente: a certi livelli bisogna sapersi controllare".

Dall’altra parte della barricata, però, c’è chi si indigna anche per la “spifferata” in diretta nazionale del tecnico dell’Inter. È giusto che tutto ciò che accade sul campo di gioco, rimanga lì dov’è nato?

Rino Lavezzini, secondo di Bepi Pillon sulla panchina biancoscudata, si schiera invece accanto al tecnico dei partenopei sul proprio profilo Facebook: "Sarri e il Napoli danno fastidio al potere del calcio gestito dai grandi club", scrive. "Io sto con Sarri perché è un uomo vero, semplice e arriva dalla gavetta. A chi è cresciuto nel mondo ricco del calcio non sta bene che un impiegato di banca insegni il calcio, e che vinca giocando bene. Se uno ha giocato, anche in Terza Categoria, sa che in campo si dicono parole anche offensive, ma poi finisce tutto lì".

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