«Il crudele Riccardo III? Simpaticissimo»

«Sia reso grazie a Dio, il cane sanguinario è morto»: queste le parole che sul finire del 1500 Shakespeare "mise in bocca" a Richmond ma, a quanto pare, «quel grumo indigesto lievitato nello stomaco...
CARRAI - STAGIONE TEATRO VERDI - VITALIANO TREVISAN
CARRAI - STAGIONE TEATRO VERDI - VITALIANO TREVISAN

«Sia reso grazie a Dio, il cane sanguinario è morto»: queste le parole che sul finire del 1500 Shakespeare "mise in bocca" a Richmond ma, a quanto pare, «quel grumo indigesto lievitato nello stomaco della Duchessa di York», tornerà. Reincarnato in Alessandro Gassman calcherà il palco del Teatro Verdi di Padova il 19 febbraio 2013. In quel giorno ed in quel luogo infatti debutterà in prima nazionale lo spettacolo Riccardo III di Shakespeare prodotto dal Teatro Stabile del Veneto "Carlo Goldoni" con la traduzione e l'adattamento di Vitaliano Trevisan nonché la direzione ed interpretazione di Alessandro Gassman. «Nato con i denti per mordere il mondo» Riccardo III è stato spesso oggetto di eccessive dietrologie e, all'ascolto di coloro che considerano quest'eroe come un essere abbandonato con turbe affettive incapace, nel gran finale, di avere un cavallo, la voce di Vitaliano Trevisan con il suo: «Riccardo III? Estremamente simpatico. Determinato. Totalmente cattivo senza alcun dubbio», suona come un inno alla positività. Ma come?, gli si chiede facendogli presente che i più lo tratteggiano come un essere devastato. «Riccardo a me piace molto - controbatte - E' quasi sempre in scena e poi anticipa tutti dicendo quello che farà: è come se fosse regista e drammaturgo di se stesso. Alla fin fine è lui a mandare avanti l'intero meccanismo». Questo suo essere regista e drammaturgo può essere colto già nel primo atto dell'opera shakespeariana dove Riccardo prepara il discorso da "recitare" all'incoronazione di Edoardo. «Infatti - conferma il drammaturgo veneto - Ma in questo mio adattamento ho inserito una sorta di prologo per far comprendere quanto era accaduto prima: si mostrerà l'assassinio di Re Enrico ad opera di Riccardo. Dopo di che ci si ritroverà in un camerino e lo spettatore forse si chiederà se è Alessandro Gassman che sta provando Riccardo III o se è Riccardo III a provare il suo discorso».

Praticamente siamo di fronte ad un Riccardo III geniale. «Un gigante - sottolinea - Così come suggerito da Gassman sarà fuori scala, deforme e alto. Un uomo troppo grande che necessiterà di uno specchio enorme per farsi bello con Sir Tyrrel, il sicario di fiducia, costretto a salire su di una scala per sistemargli gli abiti appositamente creati dai sarti per rendergli giustizia al cospetto di un mondo troppo piccolo». Si potrebbe definire il suo un adattamento fuor di misura. «Pur rimanendo adattamento - sorride Trevisan - si potrebbe parlare di ri-scrittura. Il dover fare questo Riccardo III in due atti anziché tre entro il termine temporale di due ore con soli dieci attori e con videoproiezioni implica il ricorso ad una lingua più semplice, ad una scrittura molto asciugata. Inoltre, sono ricorso ad un diverso montaggio onde permettere agli attori d'interpretare più personaggi. La struttura rimane quella elisabettiana ma azioni, cambiamenti di stato, intrighi, si svolgeranno a ritmo molto serrato».

Cosetta Bauce

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