La commedia del potere, l’Inferno di Tommaso Cerno

PADOVA. One man show Tommaso Cerno. Ne ha avute per tutti il giornalista deLl’Espresso, ospite del Padova Pride Village in occasione dell’uscita del suo libro: ‘Inferno. La Commedia del Potere’. Vittima principale, considerato anche il contesto LGBT, il vice presidente del Pd e attivista per i diritti gay Ivan Scalfarotto, colpevole, secondo Cerno, di «firmare una legge omofoba. E’ dai personaggi come lui, che dovrebbero fare da baluardo ai gay, che dobbiamo tenerci in guardia».
Lo scrittore non ha risparmiato quasi nessuno dai divanetti del palco della Fiera, ringhiando contro tutto e tutti alla sua maniera davanti al nutrito e divertito pubblico del Pride. Dal bersaglio più facile Berlusconi, a Ruby, ad Andreotti, passando per Scaiola, Fioroni, Formigoni, la Binetti, fino appunto a Scalfarotto, massacrato da Cerno per la sua “presunta” legge contro l’omofobia. Durante l’incontro, dove era atteso anche l’ex presidente della Regione e attuale parlamentare Giancarlo Galan (trattenuto a Roma “perché ogni tanto decidono di lavorare e votare delle leggi” ha sottolineato sarcasticamente Cerno), prima di toccare il tema caldo della legge antiomofobia lo scrittore ha ricostruito in una veloce panoramica i “pacchi” che la nostra classe politica sta vendendo agli italiani in tutte le salse. Giocando con i personaggi della Divina Commedia di Dante Alighieri, Cerno ha scritto il suo libro in terzine, proprio come il padre della lingua italiana poichè «le terzine rappresentano i tweet del ’300».
Ha trasformato la Montecitorio della seconda Repubblica nei gironi dei dannati, Virgilio in Andreotti («mi serviva qualcuno savio gentil che tutto seppe» ha malignato Cerno) Craxi in Farinata, dal nemico della Patria Bossi “dottor di secession, e non d’alloro”, a Formigoni, infedele al proprio maestro don Giussani, relegato su una torre solitaria perché “talmente cattolico che non gli basta neanche Cristo, deve essere lui a dirgli cosa fare”, fino agli oppositori di natura come Vendola e Grillo «non più grillo ma gallo, con cresta alta e petto sempre infori a dir che li politici fan fallo» scrive nel suo ‘Inferno’, dal grande illuso Prodi a Berlusconi il «re nudo, come piace a lui, seduto sul trono di pietra dell’ultimo girone». Non solo politici tra i dannati di Cerno, ma anche personaggi emblematici della nostra era come il capitano della Concordia Schettino «che rappresenta il senso intimo del fallimento del potere, preso dalla boria del comando - ha affermato Cerno – e invece di utilizzare il suo potere per portare il suo popolo da una parte all’altra, per un’unghia, lo abbandona e scappa». L’attenzione di tutti però è salita quando Cerno ha parlato del ‘suo’ girone dei sodomiti. Quello più caro a lui e alla stragrande maggioranza del pubblico del Padova Pride Village, che si è “la festa di tutti”, ma che rappresenta soprattutto il punto di incontro della comunità LGBT. Sodomiti che lui però nelle sue pagine preferisce definire contestatori di natura, e dove ha infilato sapientemente personaggi del calibro di Pasolini, Versace e Lucio Dalla .«È quello in cui finirò io – ha ironizzato lo scrittore – quindi ho eliminato il deserto di fuoco e racconto di un’Italia ammutolita davanti ai diritti dei gay. Di un’Italia in cui gli omosessuali sono diventati politici, ma dove la politica non diventa mai omosessuale». Il dito è puntato contro colui che più di tutti dovrebbe rappresentare i diritti degli omosessuali in Parlamento, ossia Ivan Scalfarotto, che oltre ad essere il vice presidente del Pd è molto impegnato nelle battaglie per i diritti LGBT.
«Noi dobbiamo stare più attenti ai gay che firmano leggi omofobe che ad altri – ha attaccato Cerno - . La famosa legge contro l’omofobia che domani è in Parlamento, e che prevede l’ingresso degli omosessuali e transessuali tra le minoranze da difendere dall’odio razziale della già esistente legge Mancino è in realtà una norma omofoba. Infatti manca la cosa più importante, ossia l’aggravante di reati che vengono compiuti nel nome dell’omofobia e manca perché è proprio lì che hanno trovato l’accordo Pd e Pdl. Aggravante che invece esiste nei confronti delle minoranze religiose o razziali. Quindi questa legge non difende i gay, li mette in pericolo. Sarebbe come dire che se proprio devi prendertela con qualcuno, prenditela con i gay, tanto non c’è l’aggravante. Questo è Scalfarotto che tanto dice di difendere i diritti dei gay». E questo è Tommaso Cerno.
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