Ladro seriale condannato a 4 anni e mezzo

CITTADELLA. Quattro anni e sei mesi di carcere per il ladro seriale Daris Salvi, 24enne residente a Cittadella in via Bachelet 1, oggi rinchiuso nella casa circondariale di Padova, alle spalle due condanne quando era minorenne, altre condanne per lesioni in maggiore età e dei procedimenti penali per stalking con uso di una pistola e minacce di morte nei confronti di un'ex fidanzata. Ieri mattina la sentenza è stata pronunciata dal gup padovano Tecla Cesaro al termine di un giudizio abbreviato che prevede, per legge, lo sconto di un terzo della pena (a difendere l’imputato l’avvocato Giorgio Zecchin). L’inchiesta era stata coordinata dal pubblico ministero Benedetto Roberti che aveva contestato al giovane 16 furti messi a segno in altrettante automobili in sosta a Cittadella nella zona dell’ospedale, nell'area della stazione e in via Casaretta (2 commessi il 24 dicembre 2015, e nel 2016 uno il 15 gennaio, due il 18 gennaio, uno il 22 gennaio, uno il 25 gennaio e due il 28, tre il 29, uno l'1 e il 2 febbraio e uno il 5 marzo).
Salvi era stato chiamato pure a rispondere di 3 tentati colpi sempre ai danni di vetture parcheggiate, del furto di una borsa nel centro di estetica "Maribel" in via Pozzetto; di simulazione di reato, di ricettazione e di violazione degli obblighi della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune per due anni. Era stata quest’ultima violazione a far scattare le manette il 4 febbraio scorso, mentre i carabinieri stavano indagando sulla miriade di furti messi a segno da un ladro seriale fino ad allora sconosciuto. Tuttavia c’erano sospetti nei suoi confronti. I proprietari della prima auto "ripulita" (il 24 dicembre) lo avevano riconosciuto: erano andati a presentare denuncia in caserma e lì c’era anche Daris Salvi che stava ottemperando all'obbligo di firma. Qualche settimana più tardi (il 18 gennaio) si era presentata nella stazione dell’Arma la titolare del centro estetico derubata quel giorno della borsa lasciata nel ripostiglio dell'istituto. Pure lei incontra Daris che sta firmando in caserma, ma lo crede un certo “Antonio”, cliente del suo negozio. E lui a sua volta denuncia il furto del cellulare che era intercettato per depistare le indagini e allontanare da sé ogni sospetto facendo credere di essere stato derubato. (cri.gen.)
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