L’ex pm padovano Paolo Luca procuratore capo a Belluno

Il nuovo procuratore della Repubblica di Belluno sarà con ogni probabilità Paolo Luca, marchigiano d’origine ma padovano d’adozione visto che nella città del Santo vive e ha lavorato come magistrato per 29 anni. Tre figli e due nipoti, una grandissima esperienza come magistrato: la nomina di Paolo Luca è stata votata all’unanimità dalla commissione incarichi direttivi del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura). Per il perfezionamento servono il “concerto” (cioè il parere) del Guardasigilli, poi il voto del plenum del Csm quindi la pubblicazione nel Bollettino del Ministero della Giustizia. Entro un mese dalla pubblicazione, l’assegnazione. È un ritorno alle origini il nuovo incarico: di padre trevigiano e madre marchigiana, Luca è nato a Pieve di Cadore dove il papà era insegnante e lui ha vissuto fino ai 9 anni. In seguito il trasferimento a Macerata. Dopo il liceo, la laurea in Giurisprudenza a 23 anni e l’esame per l’avvocatura superato con successo. Nel 1981 l’inizio nella carriera prefettizia dove per tre anni è consigliere di prefettura. Nel 1984 l’ingresso in magistratura e la scelta, come sede, di Padova dove sarà pretore per sette anni e poi pubblico ministero per 22. Nel maggio 2013 il passaggio alla Procura generale presso la Corte d'Appello di Venezia per rappresentare la pubblica accusa nei processi di secondo grado del distretto. Ha coordinato tante inchieste: dalla svendita del patrimonio della fondazione Breda a quella sulla maxi-truffa ai danni della Bcc dell’Alta Padovana, fino al crac Ceit, la società che finanziò la costruzione del villaggio turistico Skipper, un complesso affacciato sul golfo di Pirano in Croazia, operazione targata Lega e finita malissimo. Infine ha guidato l’inchiesta che portò all’identificazione del serial killer Michele Profeta. L’assassino seriale che nel 2001 terrorizzò Padova. (cri.gen.)
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