Lo «007» ha parlato ma resta in cella
Convalidato l'arresto di Ettore Mantovan per la mazzetta di 50 mila euro

CON LE MANI NEL SACCO. I militari del nucleo investigativo hanno arrestato lo «007» martedì
Ettore Mantovan resta in cella ed è stato rinchiuso nella sezione protetti del carcere di Verona. Lo ha deciso ieri il Gip Mariella Fino nell'udienza di convalida dell'arresto per concussione, scattato martedì scorso. Lo «007» dell'Aisi (Agenzia informazioni sicurezza interna) dopo il malore che lo ha colpito subito dopo la cattura, ieri si è presentato in aula in buone condizioni di salute. Difeso dall'avvocato Berti di Rovigo, il sostituto commissario della polizia distaccato da due anni all'ex Sisde, ha parlato per un'ora davanti al Gip e al pm Roberto D'Angelo. Si è dimostrato collaborativo da quanto si apprende e ha ripercorso l'intera vicenda che lo vede concussore nei confronti di un importante imprenditore ittico di Porto Tolle (Rovigo). Le banconote trovate nel suo borsello (50 mila euro) dai carabinieri del nucleo investigativo di Padova erano state preventivamente fotocopiate e l'agente dei servizi segreti non ha avuto scampo. Da quanto si apprende lo «007» di origine polesana, ha motivato la concussione con la necessità personale di avere quel denaro in breve tempo. Una tesi che mira a circoscrivere l'indagine a quell'episodio. Ma gli inquirenti, guidati dal pm Roberto D'Angelo stanno approfondendo il modus operandi dell'agente dell'Aisi. Il primo contatto fra Mantovan, 57 anni, e l'imprenditore pare risalire al gennaio 2011. Con la promessa di ammorbidire una verifica fiscale l'agente dei servizi segreti chiede 50 mila euro di mazzetta all'imprenditore. Ma la verifica della Finanza nell'azienda ittica è iniziata nel maggio 2010 e non è escluso che i contatti fra lo 007 e l'imprenditore siano iniziati prima di gennaio. Anche sulle modalità dell'avvio dell'indagine gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo. Fra le ipotesi, vista la fattispecie del reato, c'è quella dell'esposto dello stesso imprenditore. Questo spiegherebbe le banconote fotocopiate dai carabinieri. I motivi dell'ipotetica collaborazione dell'imprenditore ittico sono ancora al vaglio della Procura. Non si esclude che lo 007 avesse chiesto già in precedenza denaro e che l'esposto sia dovuto anche al millantato credito dell'agente segreto. La procura inoltre sta indagando su altri ipotetici casi di concussione da parte del funzionario di polizia, che in passato ha lavorato alla Dia di Venezia. Lo 007, originario e residente nel Rodigino, ma in servizio da due anni all'Aisi di Padova è stato bloccato martedì pomeriggio dai carabinieri poco distante da un parcheggio in corso Stati Uniti, in zona industriale a Padova, con 50 mila euro nel borsello (le banconote di vario taglio erano state tutte fotocopiate) appena ricevuti da un imprenditore. Ettore Mantovan con i carabinieri si è giustificato: sono dei servizi segreti. I militari erano a conoscenza che l'agente in incognito si sarebbe incontrato con un imprenditore originario di Porto Tolle. E lo hanno arrestato.
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