Montegrotto, ex sindaco nei guai per il monumento alle vittime di Ustica

MONTEGROTTO TERME. Nuova grana giudiziaria per l’ex sindaco di Montegrotto, Massimo Bordin. Ma stavolta appalti e tangenti nulla c’entrano. Tutta colpa della carlinga di un vecchio aereo installata nel piazzale davanti al Palazzetto dello Sport: monumento intitolato “Io non dimentico. In memoria delle vittime della strage di Ustica” realizzato in occasione del 30° anniversario della strage avvenuta il 27 giugno 1980 quando un aereo di linea Douglas Dc-9 della compagnia Itavia, decollato dall'aeroporto di Bologna e diretto a Palermo, si squarciò in volo all'improvviso (si sospetta colpito da un missile “amico”) e cadde nel braccio di mare compreso tra le isole tirreniche di Ustica e Ponza. Morirono tutti gli 81 occupanti, senza mai aver ottenuto giustizia, tra loro i coniugi Giuseppe Lachina e Giulia Reina, siciliani d’origine e sampietrini d’adozione.

È proprio quel pezzo di fusoliera, trasformato in un’installazione artistica che ha messo nei guai, suo malgrado, Bordin finito sotto accusa per il reato di appropriazione indebita: il pubblico ministero padovano Federica Baccaglini ha chiuso l’inchiesta, atto preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio. Tuttavia, com’è nel suo diritto, Bordin (difeso dalla penalista Anna Desiderio) ha chiesto di poter essere interrogato. A denunciarlo è il proprietario di quella carlinga, l’architetto Carlo Colombana, uomo d’affari che vive a Oxford, deciso a rientrare in possesso del mezzo. Eppure nel 2010 era stato proprio quest’ultimo a stipulare un contratto di comodato d’uso di quel pezzo di aereo modello Dakota con l’allora primo cittadino di Montegrotto Luca Claudio che, l’1 luglio 2010, aveva inaugurato il monumento. Un contratto nel quale si fa riferimento al valore del bene (la parte anteriore della fusoliera) nonostante non ci sia mai stato alcun pagamento tra il privato e l’ente locale.
Nel 2013 l’architetto si rifà vivo con il Comune per sollecitare la restituzione dell’aereo, rivolgendosi al nuovo sindaco Bordin, succeduto al predecessore. Ma l’aereo non si può più restituire perché l’installazione ha “piantato radici” in quanto cementata. Nell’informare di ciò l’interlocutore, il sindaco Bordin non si limita a replicare con un “no” secco alla riconsegna del mezzo, proponendo anche il pagamento di un prezzo. Inutile. L’architetto Colombana rifiuta ogni trattativa e lo scambio di lettere si conclude con una denuncia che, nel 2014, l’uomo d’affari trasmette ai carabinieri di Dolo.
Ora il sindaco Bordin vuole essere sentito per spiegare le ragioni della mancata restituzione. Anzi l’impossibilità in quanto si tratta di un’installazione, appunto, ancorata nel cemento.
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