Raid alla Imasaf Via con catalizzatori e bobine d’acciaio Valore 120mila euro

CITTADELLA. Mettono ko il sistema di videosorveglianza e poi scorrazzano per le migliaia di metri quadrati di capannoni riempiendo un camion di catalizzatori e bobine d’acciaio.
Colpo grosso – del valore di oltre 120 mila euro – ai danni della Imasaf, la storica azienda cittadellese di via Rometta. Una realtà storica, che si estende su 50 mila metri quadrati; sono oltre 200 le persone che lavorano nella fabbrica, dalla quale escono circa 7 mila marmitte al giorno, metà delle quali destinate al mercato mondiale. A raccontare il blitz criminale è Beniamino Sgarbossa, fondatore e amministratore delegato della Spa. Che su un aspetto non ha dubbi: «Si è trattato di un furto su commissione».
E poi spiega: «Sono entrati nella notte tra lunedì e martedì, intorno alle 3. Hanno forzato con il cacciavite una porta antipanico. All’inizio erano in due, forse tre: avevano il viso coperto, hanno preparato il terreno al resto della banda». I malviventi dovevano essere liberi di caricare i materiali, quindi avevano bisogno di spegnere gli occhi del Grande Fratello e azzerare il sistema d’allarme: «Sono entrati dal lato sud», racconta Sgarbossa, «e per prima cosa hanno reso inutilizzabili le sei telecamere che puntano sui vari piazzali dell’azienda: sono saliti con una scala che hanno trovato in azienda, alcuni occhi elettronici sono stati abbassati, altri ruotati verso il cielo, in maniera tale da non riprendere le loro mosse».
Attraverso il varco a sud i ladri sono riusciti ad arrivare a tutti i portoni interni: «Hanno percorso in lungo e in largo tutta la nostra area: reparto di produzione, uffici, magazzino. Si sono comportati come fossero loro i padroni», l’osservazione amara del patròn. Dopo mezz’ora la squadra in avanscoperta aveva terminato il proprio lavoro e la banda è passata all’incasso: «Saranno stati in cinque o sei, sono entrati con un camion, credo un Eurocargo, con un cassone lungo 8-9 metri, che è entrato dal portone divelto. Poi con uno dei nostri muletti hanno fatto incetta di catalizzatori, di una decina di quintali di bobine di filo d’acciaio inox e di almeno tre bancali di flessibili. Ci avranno messo una quarantina di minuti».
Una stima del danno? «Si tratta di semilavorati pronti per essere assemblati alle marmitte. Non siamo lontani dai 120–130 mila euro».
I malviventi sono entrati anche negli uffici: «Abbiamo un armadio ignifugo, in lamiere e cemento, all’interno del quale teniamo dei cd con documenti e software dell’azienda. Vista la struttura», conclude l’ad, «molto probabilmente pensavano si trattasse di una cassaforte, con qualcosa di preziosa all’interno: l’hanno trascinata con il muletto, scassata con le punte, tagliata con la molla a disco». Il furto è stato scoperto alle 7 di martedì ed è stato denunciato ai carabinieri. ––
Silvia Bergamin
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