Sabato iniziano i saldi invernali a Padova: un affare da 100 milioni di euro

PADOVA. È già iniziato il conto alla rovescia per i saldi invernali, un appuntamento atteso dai consumatori che si trascina dietro però la consueta scia di polemiche, leggi gli sconti camuffati, iniziati già a fine anno, e la data, considerata prematura da molti operatori del settore.
Tra questi la Confesercenti, che ha fatto il punto della situazione con occhio critico. In un comunicato diffuso ieri si parla infatti di «colossi del web e grandi catene di moda nonché i franchising che si sono scatenati già alla vigilia del Natale inviando mail, whatsApp, sms personalizzati con percentuali e codici di sconto ai consumatori in possesso di una card fidelity».
le cifre
Secondo i dati raccolti dall’osservatorio Confesercenti , almeno 4 consumatori padovani su 10 (dai 18 ai 70 anni) ha ricevuto in questa ultima settimana la proposta di una promozione nel settore moda con l’obiettivo di anticipare la data di avvio dei saldi, data stabilita per legge. «La corsa ad anticipare i saldi», commenta il presidente di Confesercenti, Nicola Rossi, «diventa sempre più spietata. Non bastano le innumerevoli promozioni denominate black friday, le grandi catene hanno fatto gli sconti anche per i regali natalizi.
La data di inizio ufficiale dei saldi viene decisa dalle Regioni e per il 2020 i saldi invernali iniziano il 4 gennaio e terminano a fine febbraio. Nei trenta giorni precedenti la data di inizio dei saldi sono vietate le vendite promozionali ad eccezione delle vendite di liquidazione (possibili solo per cessazione o modifica attività, ristrutturazione locali e simili).
Purtroppo queste date oramai rimangono solo sulla carta, in questo momento non abbiamo gli strumenti per tutelare i negozi di vicinato. I piccoli esercizi del settore sono con l’acqua alla gola e se non vogliono essere fagocitati dalle grandi multinazionali del commercio fisico e on line devono porsi al limite della legalità azzardando offerte prima del tempo e svendendo la merce. Il commercio è il settore economico più deregolamentato in Italia, la normativa sui saldi è una norma a tutela dei consumatori per evitare i “furbetti”.
Oggi questa normativa è aggirata proprio dai furbetti che in questo modo evitano la trasparenza sui prezzi e hanno drogato il mercato del settore. L’unica via di uscita è la modifica della normativa prevedendo che nei trenta giorni precedenti la data di avvio dei saldi sia vietata ogni forma promozionale».
le stime
Secondo l’Osservatorio economico di Confesercenti, per comprare merce scontata i cittadini di Padova e provincia spenderanno poco meno di 100 milioni di euro (-2% rispetto al 2018). Sono interessati a questo tipo di acquisto 6 padovani su 10, a dimostrazione di come i saldi continuino ad esercitare un discreto fascino tra i consumatori. Quelli tra i 25 e i 40 anni preferiscono i saldi tradizionali mentre gli under 25 preferiscono le occasioni straordinarie, come i black friday. La spesa media per ogni persona sarà di 160/170 euro come nel 2018. Tra i consumatori l’interesse ad acquistare in saldo continua ad essere alto e anche tra i commercianti lo spirito è quello di recuperare liquidità vendendo a prezzi ribassati le rimanenze di fine stagione.
buona occasione
Tra Padova e provincia, ad aderire ai saldi sara l’85% dei commercianti: la percentuale più elevata di adesioni è nei centri storici, ma anche nei piccoli comuni e nei quartieri la quasi totalità dei negozi di moda effettuerà i saldi. «I saldi rappresentano una buona occasione sia per i consumatori che per i commercianti», spiega Rossi.
«I primi si trovano di fronte a sconti concreti e importanti i secondi hanno l’occasione per ridurre i loro magazzini, abbastanza pieni dopo un Natale non entusiasmante, e fare cassa in vista dei nuovi arrivi. Per chi ama l’abbigliamento i saldi sono meglio del Black Friday, anche perché le vendite di fine stagione non sono semplici promozioni, ma anche strategie di marketing, spesso aggressive, per attirare clienti con sconti, a volte limitati. Le vendite di fine stagione, invece, sono un evento completamente differente: sono effettuate su prodotti di carattere stagionale o articoli di moda già in assortimento nei negozi, suscettibili, entro un certo periodo di tempo, di deprezzamento».
« Purtroppo nel settore della moda», conclude il presidente Rossi, «la stragrande maggioranza dei negozi vende fino al 70% del suo volume d’affari annuale con sconti, promozioni o altre riduzioni. Il risultato è che qualsiasi programmazione commerciale delle nostre attività è destinata a fallire».
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