«Sfalci, zanzare, alberi: così il Verde è al collasso»
IL RETROSCENA
In principio fu l’erba alta. Aiuole diventate giungle, cartelli stradali avvolti da rampicanti, lungargini e passeggiate da attraversare con il machete. E allora si diceva: colpa della pioggia primaverile, anomala, eccezionale e dei diserbanti che ora sono eco e non funzionano bene. Poi sono caduti gli alberi, quasi 900 in tre giorni, e anche tutto quello è stato incredibile, irripetibile, straordinario, un fortunale così non si era mai visto, figurarsi tre consecutivi. Infine nell’erba, di nuovo alta per le piogge esagerate, si è moltiplicata la zanzara culex, madrina dell’emergenza West Nile, presente in concentrazioni anomale ma non del tutto sorprendenti, date le altre condizioni. Però si sa, dopo un po’ le eccezioni non sorprendono più. E oggi, insieme a tanti comuni cittadini, anche parte del fronte ambientalista comincia a guardare di traverso i modesti risultati raccolti in un anno dall’amministrazione Giordani sul fronte del verde urbano.
Il gong di fine round - con l’assessora Chiara Gallani all’angolo e colpita a più riprese anche dal fuoco amico - l’ha suonato ieri il Comitato difesa alberi e territorio, che da mesi è su posizioni molto critiche nei confronti dell’esponente di Coalizione Civica. «La gestione del verde in città è fallimentare», sintetizza il portavoce Alessandro Angrilli. «E gli errori negli sfalci hanno determinato anche la proliferazione di zanzare che portano virus».
Il Cdat rimette in fila tutti gli anelli di questa catena di errori: «Prima i ritardi sugli sfalci, giustificati con piogge straordinarie che invece erano nella media. Poi interventi parziali e inefficaci, cioè sfalci ripetuti dove non servivano - per esempio a giugno già quattro passaggi nei parchi - ed eccessivi su aree dove non era necessario, mentre lungo le strade e sui marciapiedi del centro e nei cimiteri l’erba cresceva eccessivamente». Il risultato, per quelli del Cdat, è prima di tutto uno spreco di soldi: costi di gestione elevati e interventi tardivi. Colpa di chi? «Carenze organizzative e dirigenziali», taglia corto Angrilli. «Se l’assessore e i dirigenti avessero girato per la città, si sarebbero accorti di quante aree e marciapiedi erano invasi da erbacce alte anche più di un metro e mezzo». Che poi, in sé, l’erba alta non sarebbe neppure un male: «Tagliata a raso e troppo spesso riduce la biodiversità e alimenta la crescita di erbe infestanti e fastidiose, mentre se gestita bene fa emergere prati fioriti spontanei che abbelliscono la città», dice Angrilli. Padova, stando ai dati Ispra, ha il 15% di verde incolto. Gestirlo è una sfida. «Per ridurre erbacce e zanzare bisogna riforestare», suggerisce il Cdat, «con grandi alberi autoctoni e non con alberelli radi». Ora che c’è il settore Verde, con dirigente a capo, dovrebbe essere tutto più facile. «Ma per adesso», conclude il Comitato, «siamo al collasso ecologico conclamato, perché le soluzioni semplicistiche si sono rivelate inutili o dannose». —
Cristiano Cadoni
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