Si barricò in casa insieme al gemello Flavio

MONSELICE. Barricati in casa per ventisei ore. Era il 24 luglio 2009 e Luciano e Flavio Gugliemo salirono alla ribalta della cronache nazionali per essersi asserragliati nella propria abitazione di via Coronin 4, resistendo alle pressioni di carabinieri e polizia che li volevano stanare.
Alle 10 di quella mattina i vigili urbani monselicensi avevano bussato alla porta dei due gemelli per effettuare un trattamento sanitario obbligatorio a Flavio. Per allontanare le forze dell’ordine, i Gugliemo avevano estratto addirittura un coltello da cucina obbligando gli agenti alla fuga.
Quello era solamente l’inizio. Da lì ebbe inizio la resistenza durata 26 ore e terminata alle 11.52 del giorno dopo, anche grazie all’intervento del gruppo d’intervento speciale (Gis) dell’Arma dei carabinieri. A nulla servirono, in quelle ore, i contatti e le sollecitazioni dei familiari dei due. La coppia, per resistere alle forze dell’ordine, aveva realizzato persino delle rudimentali bombe molotov. Il primo a cedere fu, il 25 luglio, proprio Luciano: alle 7.30 aspettò che il fratello si recasse in un’altra stanza per uscire di casa e consegnarsi alle autorità e collaborare con loro. Alle 11 della stessa mattinata era atterrato a Monselice anche l’elicottero dei Gis. Ma non avvenne alcuna irruzione: l’allora comandante della Compagnia di Abano Massimiliano Kornfeind, don Damiano Santiglia e un militare dei Gis riuscirono a persuadere Flavio ad aprire la porta, anche grazie ad uno stratagemma che favorì il blitz. I Guglielmo, subito dopo la maratona di resistenza che tenne col fiato sospeso un’intera città, furono ricoverati nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Monselice. L’1 ottobre 2010, all’età di 67 anni, Flavio si è spento in seguito all’aggravarsi di una malattia, lasciando solo il fratello Luciano. (n.c.)
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