Spaccio di cocaina, arrestato il bidello taxista dei pusher

PADOVA. Cocaina purissima destinata alla piazza padovana, una banda che si occupava di ogni dettaglio, dal reperimento della droga fino all’organizzazione degli appuntamenti per la vendita delle singole dosi. La Squadra mobile diretta da Marco Calì ha reciso alla radice un traffico di stupefacenti che si sviluppava lungo la direttrice Padova-Lombardia. Base operativa, la lingua di Arcella che si sviluppa tra via Altichieri da Zevio e via Fornace Morandi. A seguito dell’attività di indagine svolta dalla Squadra mobile, coordinata dal pubblico ministero Benedetto Roberti, il giudice per le indagini preliminari Mariella Fino ha emesso sei ordini di custodia cautelare: a cinque nordafricani si sono aperte le porte carcere, mentre l’unico italiano della banda, Stefano Stemma, è finito ai domiciliari. Nei confronti del giovane, classe 1984, bidello in una scuola materna di Mortise, il tribunale aveva già emesso un provvedimento di limitazione della libertà personale: Stemma è accusato di stalking nei confronti di un’insegnante dell’asilo in cui lavorava.
L’operazione ha preso il via dopo l’arresto di Ben Kalifa Ahm, tunisino di 23 anni, che ha portato la polizia a scoprire la filiera dello spaccio, una “staffetta della coca” che dalla Lombardia arrivava dritta a Padova. La polvere bianca, purissima, veniva trasportata all’interno dei piantoni delle cinture di sicurezza delle auto e poi smerciata in città. Alcuni corrieri sono stati arrestati durante un viaggio di rifornimento: la polizia ha sequestrato oltre 300 grammi di cocaina. La banda era ben organizzata. Ben Kalifa Ahmed, tunisino del ’90, Chalouati Hamza, tunisino del 1983, Gharbi Tarek, tunisino del 1992, erano gli spacciatori. Tarek, a metà marzo, nel tentativo di mettersi in proprio e impossessarsi del mercato, aveva denunciato uno dei suoi compagni di spaccio. I tre vertici del sodalizio criminale si erano di fatto denunciati a vicenda, rivolgendosi alla questura di Padova e raccontando di essere costretti a spacciare dietro minacce e violenze.
Due erano invece i “corrieri”, che facevano la spola tra la Lombardia e Padova: Meskine Ayoub, marocchino del 1988, e Fairi Jaquad, marocchino del 1992. Stefano Stemma aveva il compito di organizzare gli appuntamenti. Smessi i panni del bidello, iniziava il suo lavoro all’interno della banda. Organizzava gli incontri con “le ragazze”: così chiamava le singole dosi di cocaina. Le intercettazioni telefoniche fotografano un’intensa attività organizzativa, di cui Stemma era il protagonista. Il ventinovenne si trovava già agli arresti domiciliari per stalking nei confronti di una docente dell’istituto scolastico. Sembra che esista un filo rosso che lega l’attività di spaccio in città: le utenze telefoniche della banda provenivano tutte dal Phone center di Chiesanuova, già finito nel mirino della Squadra mobile.
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