Spaccio e ritrovo di pregiudicati: chiuso per 60 giorni il bar Jolly all’Arcella
Il questore di Padova propone la revoca della licenza del locale dal momento che si tratta della terza sospensione della licenza

Bar Jolly a Padova: la Questura dispone la chiusura del locale per 60 giorni e propone la revoca della licenza trattandosi della terza sospensione.
Il provvedimento di chiusura per il locale di via Vecellio, all’Arcella, è stato disposto dal Questore della Provincia di Padova Marco Odorisio e notificato al titolare, un 34enne cinese.
Si tratta del terzo provvedimento di sospensione della licenza di somministrazione di alimenti e bevande, nonché di sospensione della licenza per l’esercizio della raccolta delle scommesse sportive, che viene eseguito a carico dell’esercizio pubblico.
Il primo, nel 2016, era stato disposto poiché si erano verificati nel locale ripetuti episodi di violenza e per la presenza di avventori pericolosi per la sicurezza pubblica, motivo per il quale, anche nel 2019, il bar era stato nuovamente chiuso.
Il provvedimento di sospensione eseguito nelle scorse ore si è reso necessario per impedire, attraverso la temporanea chiusura del locale, il protrarsi di una situazione di pericolosità sociale venutasi a creare nel tempo e per prevenire il reiterarsi di tali situazioni pericolose, al fine di tutelare l’ordine e la sicurezza dei cittadini.
In particolare, nella serata di domenica 3 marzo, le Volanti erano intervenute per una lite tra alcuni soggetti nel campo nomadi di via Longhin. La lite aveva avuto inizio proprio all’interno del bar in via Vecellio.
Inoltre il giorno successivo, lunedì 4 marzo, gli agenti della Squadra Mobile della Questura, durante un servizio di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, avevano proceduto all’arresto, nei pressi del locale, di un cittadino tunisino trovato in possesso di 11 dosi di cocaina e di materiale per il confezionamento della droga.
Inoltre nel bar, in più occasioni, sono stati controllati avventori con a carico precedenti penali e di polizia, soprattutto inerenti i reati contro il patrimonio, la persona e in violazione delle norme in materia di sostanze stupefacenti, in numero tale da far ritenere che, nel corso del tempo, il pubblico esercizio fosse diventato luogo di ritrovo abituale per persone inclini ad attività criminose.
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