Sparò alla testa di una agente chiesti tredici anni per Carta

Il pubblico ministero Federica Baccaglini ha chiesto 13 anni di pena per Costantino Carta, 56 anni, già noto alle cronache come il “pastore assassino di Ittiri”. L’accusa è di tentato omicidio. L’11...

Il pubblico ministero Federica Baccaglini ha chiesto 13 anni di pena per Costantino Carta, 56 anni, già noto alle cronache come il “pastore assassino di Ittiri”. L’accusa è di tentato omicidio. L’11 giugno 2014 tentò di uccidere un’agente di polizia penitenziaria in servizio nella sezione del carcere padovano dove era detenuto. L’aggressione, sparandole al capo, era avvenuta a casa della donna che all’epoca aveva 55 anni. La sentenza sarà letta il prossimo 14 novembre. La donna non si è costituita parte civile. L’imputato, difeso dall’avvocato Tommaso Lessio si difende raccontando che lei voleva togliersi la vita e che lui l’avrebbe bloccata. Il difensore ha chiesto l’assoluzione: «non c’era nessuna volontà di tentare di uccidere quella donna». La donna, che ha negato una relazione sentimentale con l’imputato, ha detto di non saper spiegare come lui avesse avuto il recapito del suo telefonino. Sarebbe stato Carta a contattarla pregandola di andare a prenderlo nel centro commerciale “Piazza Grande” a Piove di Sacco. In auto lei avrebbe ricevuto la telefonata di un amico marocchino scatenando la gelosia dell’amico-detenuto in permesso, deciso a volere fare sesso.

Carta il 30 luglio 1996 aveva assassinato l'amante Maria Teresa «Tesa» Carboni con un colpo di pistola alla nuca sparato a bruciapelo. Lei, una sassarese sposata e con quattro figli, era decisa a chiudere quella storia clandestina. Lui non voleva che la relazione finisse e così l'aveva punita con la morte. Nel giugno 1999 era diventata definitiva la condanna a 25 anni. L’11 giugno 2014 l'uomo, fino ad allora detenuto modello nel carcere Due Palazzi di Padova tanto da conquistarsi un permesso premio, avrebbe provato di nuovo a uccidere. A Carta è contestato il tentato omicidio, il porto in un luogo pubblico di un'arma clandestina in origine a salve (un revolver della ditta Bruni modello Olympic 38 calibro 380 Knall) poi modificata per trasformarla in un'arma comune da sparo capace di deflagrare munizioni calibro 6,35 Browning, infine la detenzione di cartucce calibro 6.35.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova