Telefono amico, boom di contatti

Dieci persone al giorno chiedono aiuto: sono soprattutto uomini che vivono soli

Aveva perso il lavoro, si era appena separato dalla moglie e aveva dovuto lasciare la casa in cui viveva anche con la sua bambina. Nulla nella sua vita sembrava avere più un senso. Si sentiva inutile, inadeguato.

Non riusciva neppure a mantenere la promessa fatta a sua figlia: una bicicletta in regalo per la promozione a scuola. Voleva farla finita, ne era certo.

Finchè grazie al dialogo con uno dei volontari del Telefono Amico ha deciso di desistere.

Ha capito cosa conta davvero. Sì perché avere un padre è molto più importante di avere una bicicletta.

Questa non è che una delle tante storie di disperazione che quotidianamente giungono all’orecchio dei cinquanta volontari padovani del Telefono Amico, l’organizzazione di volontariato che dal 1969 dà ascolto a chiunque provi solitudine, angoscia, tristezza, sconforto, rabbia o disagio e senta il bisogno di condividere queste emozioni con una voce amica.

Un servizio disponibile 365 giorni all’anno, attivo dalle 10 alle 24, che offre a chiunque ne senta la necessità la possibilità di essere ascoltato.

«Questo è il nostro grande punto di forza, l’ascolto. Noi non diamo consigli, non facciamo terapia psicologica, non diciamo cosa è giusto fare e cosa no, ma semplicemente ascoltiamo, rimaniamo un passo indietro, cerchiamo di comprendere il problema e aiutiamo la persona a sfogarsi», spiega Antonio Iovieno, presidente della sezione di Padova, che con i suoi cinquanta volontari è il centro più grande a livello nazionale.

Ogni giorno infatti nella sede cittadina del Telefono Amico arrivano dalle 13 alle 15 telefonate, per una durata media di 20 minuti ciascuna.

Nel 2016 il servizio ha contato 3.882 telefonate, dieci al giorno. Un’attività in continuo aumento. A chiamare sono soprattutto gli uomini (2.432), che più spesso hanno difficoltà a trovare un interlocutore con cui aprirsi e confidarsi dei propri problemi.

Le donne sono meno (1.450). Per quanto riguarda la fascia d’età chiamano soprattutto persone dai 36 ai 65 anni, con un picco della categoria dei pensionati (1.259). Ma in realtà chi chiede aiuto al Telefono Amico è un campione molto variegato, fatto di studenti, precari, casalinghe ma anche lavoratori dipendenti e disoccupati.

Per la maggior parte persone che vivono sole (1.882). Il tutto è garantito dall’assoluto anonimato, sia per chi chiama, che per chi risponde.

«Non chiediamo dati né vediamo comparire il numero da cui le persone chiamano. Si tratta di un servizio anonimo, indipendente da qualsiasi ideologia politica e religiosa, nel rispetto delle idee e del disagio di chi chiama».

Dall’altro capo del telefono a rispondere alle persone in difficoltà ci sono loro, i volontari.

Persone preparate a fare una delle cose più difficili: ascoltare.

«I volontari devono frequentare un corso di sei mesi, fatto di teoria e di pratica, e poi devono partecipare ai vari corsi d’aggiornamento. Ascoltare sembra una cosa da poco, ma non lo è».

Il Telefono Amico sta inoltre tenendosi al passo con i tempi. È già attivo, infatti, un servizio via mail disponibile al sito www.telefonoamico.it e un servizio di chat su Skype. Anche questi ovviamente entrambi anonimi. «Con gli under 30 funziona molto la messaggistica, si sentono più liberi di esprimersi», sottolinea Antonio Iovieno. «Per questo ora stiamo studiando un eventuale numero Whatsapp».

I cinquanta operatori volontari del Telefono Amico rispondono al numero 199 284 284.

Alice Ferretti

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