Teolo, i monaci chiedono di riaprire il cimitero

Fino a sessant’anni fa i corpi dei religiosi venivano inumati sotto alla scalinata, ora invece riposano nel camposanto
BELLUCO-FOTOPIRAN-TEOLO-CIMITERO DI PRAGLIA
BELLUCO-FOTOPIRAN-TEOLO-CIMITERO DI PRAGLIA

TEOLO. I benedettini di Praglia hanno espresso il desiderio, quando passano a miglior vita, di essere sepolti all’interno delle mura del complesso monastico, come succedeva in passato. Per questo hanno chiesto al Comune di Teolo il ripristino dell’area cimiteriale sotto la scalinata monumentale dell’abbazia, in disuso da oltre sessant’anni ma in buono stato di conservazione. Il desiderio dei religiosi di Praglia di essere sepolti all’interno delle mura dello storico sito monastico incontra però alcuni ostacoli burocratici di non facile superamento, proprio perché il cimitero sotto la scalinata non accoglie più salme di monaci da decenni. Le spoglie dell’ultimo benedettino tumulate dentro le mura del convento sarebbero quelle di padre Antonio Pepato, per anni cappellano della comunità di Praglia all’epoca del parroco don Adalberto Salvatori. «Abbiamo avuto difficoltà a collocare la bara nel loculo perché era troppo piccolo ed entrava a fatica», ricorda Antonio Fasolo, l’operatore cimiteriale di allora.

Un primo ostacolo che potrebbe aprire la strada alla volontà dei monaci è stato di recente superato. «L’autorità sanitaria ha espresso parere favorevole a patto che la Comunità monastica dimostri la presenza dell’antico luogo di sepoltura all’interno del complesso monumentale di Praglia», fa sapere il sindaco di Teolo, Moreno Valdisolo. «Come amministrazione comunale siamo impegnati ad esaudire il volere dei benedettini, e peraltro ne condivido le motivazioni. Attualmente la comunità, dopo le dimissioni dell’abate Norberto Villa, è retta dal priore padre Teofilo. Non appena sarà nominato il nuovo abate mi farò vivo per cercare di arrivare alla soluzione del problema».

Nello storico cimitero dei monaci, a cui si accede da una porta che si trova sul lato sinistro della scalinata, riposano anche due civili. In via del tutto eccezionale nel 1944 la comunità di allora autorizzò la sepoltura di due studenti padovani che facevano parte della Resistenza padovana all’oppressione nazista: Benedetto De Besi e Guido Puchetti, trucidati dai soldati tedeschi. A Puchetti, a cui è intitolata la piazza del municipio di Selvazzano, nel 1950 è stata concessa la Medaglia d’argento al valore militare.

La riattivazione dell’antico cimitero darebbe la possibilità ai benedettini di portare all’interno delle mura i confratelli che sono stati tumulati a terra negli ultimi decenni nel cimitero comunale di Praglia. Tra questi figura anche un nome noto: quello del padre abate di origini trentine Isidoro Tell, morto il 22 agosto del 2003. Nel cimitero comunale di Praglia riposano anche alcune monache benedettine che si sono occupate della scuola materna San Benedetto nella frazione di San Biagio. Se il volere dei monaci verrà esaudito ne beneficerà anche il Comune di Teolo, visto che nel camposanto comunale gli spazi si stanno sempre più restringendo e gli interventi di ampliamento dei loculi hanno ormai occupato quasi tutte le aree disponibili. «La materia delle autorizzazioni in questo caso è piuttosto complessa e non tutto dipende dal Comune» aggiunge Valdisolo «Nuove autorizzazioni di aree cimiteriali non ne vengono concesse. In questo caso, però, si tratterebbe del ripristino di un sito storico che è rimasto attivo fino a una sessantina d’anni fa. Fino a quando, finita la Seconda guerra mondiale i monaci stessi collaborarono nella costruzione del cimitero comunale. Basti pensare che le ali del complesso dove ci sono i loculi perpetui sono state realizzate da operai del paese assunti dalla Comunità monastica di Praglia».

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