Tresoldi fa ricorso ed è sospeso il debito di un milione con l’Inps

albignasego. Da 789 mila euro a un milione e 180 mila euro: a tanto è lievitata l’omissione dei contributi (maggiorata delle sanzioni) reclamata dall’Inps tramite tre ingiunzioni di pagamento contestate all’imprenditore agricolo Walter Tresoldi, titolare dell’omonima azienda agricola con sede ad Albignasego e imputato di sfruttare immigrati clandestini sui campi assoldati con il sistema del caporalato (in foto). Ingiunzioni tutte sospese. Il motivo? Walter Tresoldi (difeso nell’ambito civile dall’avvocato Gianluca Spolverato) ha impugnato i provvedimenti dell’Ente nazionale di previdenza davanti ai giudici del Lavoro di Padova, Francesco Perrone e Mauro Dallacasa, contestando la fondatezza della richiesta. Temporaneo il congelamento degli avvisi in attesa della pronuncia di merito. Ovviamente l’omissione di contributi riguarda i lavoratori che Tresoldi impiegava in azienda e non aveva regolarizzato. Una decina di lavoratori (e lavoratrici) “assunti” in nero non si sono costituiti parte civile nel procedimento penale avviato nei confronti di Tresoldi, della moglie e di alcuni collaboratori e consulenti. È stata raggiunta una transazione: l’imprenditore si è impegnato a pagare una somma concordata in tre rate, di cui solo una è stata liquidata. Tanto che una parte di quei braccianti erano silenziosamente presenti in occasione dell’ultima udienza preliminare davanti al gup padovano, chiamato a decidere sulla richiesta del pubblico ministero Benedetto Roberti che ha sollecitato il processo nei confronti di otto imputati, in prima fila Walter Tresoldi. Ora sembra che ci siano altre trattative in corso perché l’imprenditore ha chiesto di pagare le due rate non ancora saldate spalmandole nell’arco di 24 mensilità. L’accordo era stato concluso alla vigilia dell’arresto. «Non c’era e non c’è la volontà di sottrarsi al pagamento» spiega l’avvocato Spolverato, «Tuttavia l’arresto ha modificato la situazione: il mio assistito non è stato più in grado di disporre del patrimonio. Poi ha riportato pregiudizi nell’attività lavorativa». Diverse le valutazioni: Tresoldi parla di pagamenti per differenze retributive, i braccianti spiegano di essere stati assoldati in nero.

Intanto ha ripreso l’attività l’azienda finita sotto amministrazione controllata e affidata all’amministratore giudiziale, il commercialista Riccardo Bonivento. —

CRI.GEN.

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