Una casa per madri in difficoltà

È stata realizzata a Olmo dalla parrocchia, le ospiti sono straniere

BAGNOLI. Un tetto e una nuova “famiglia” per le mamme con bambini, senza una casa e senza un lavoro. Da un anno la “Casa del Buon Samaritano”, aperta nella frazione di Olmo su iniziativa della parrocchia e di alcune associazioni, accoglie e aiuta a trovare un lavoro donne in difficoltà, per lo più straniere. Oggi la struttura accoglie cinque mamme e nove bambini: Laura con un figlio, Joy con una figlia; Rachida con due; Shadey con tre; Angela con due.

Due fanciulli frequentano la scuola materna e quattro la scuola elementare. Le mamme trascorrono la giornata dedicandosi alla pulizia della casa e alle faccende domestiche. Ora, con l’arrivo della primavera, si dedicano anche alla cura di un orto con risultati invidiabili. Un giorno alla settimana un’insegnante impartisce lezioni di lingua italiana mentre altre volontarie insegnano le basi della cucina italiana. Alcune ragazze seguono i bambini per qualche ora nel gioco e nei compiti. Un’oasi di tranquillità che permette alle madri di integrarsi e di trovare un lavoro.

L’idea venne lanciata nel 2007 da Fra’ Renzo Gobbi, allora vicario parrocchiale di Olmo e di San Luca, e poi portata avanti da don Giuseppe Maniero, presidente dell’Associazione “Fraternità e Servizio”. Dei due piani finora è stato ristrutturato il primo, usato per l’accoglienza con sala da pranzo, cucina e quattro camere con bagno.

Il piano terra, che verrà sistemato quando ci saranno i soldi sufficienti, sarà composto da una cappellina, da una sala polivalente per attività culturali, da una sala per uso laboratorio, da una lavanderia, da una centrale termica. Francesco Capuzzo, che ha seguito il restauro e l’apertura in prima persona, ricorda la generosità di enti e associazioni, dalla Fondazione Cassa di Risparmio alle Bcc del territorio, dalle parrocchie dei dintorni ai Lions di Conselve. «Poi ci sono state le donazioni da parte di diverse persone che desiderano restare anonime ma che ringrazio di nuovo», aggiunge, «perché ci hanno permesso di arredare dignitosamente la Casa. Le mamme e i bambini hanno bisogno soprattutto di sentirsi amate, di rispetto e di un sorriso, per costruirsi un futuro migliore».

Nicola Stievano

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