Vecchie multe, a Padova via alla riscossione: il Comune a caccia di 12 milioni

Secondo una stima, nel corso degli ultimi dieci anni c’è un ammanco che si aggira sui 60 milioni. La media del recupero crediti non va oltre il 30%, mentre il resto rimane incartato tra ricorsi, cambi di residenza e gente mai rintracciata
Luca Preziusi

Dopo un anno di stop, la riscossione delle vecchie multe mai pagate è ripresa. Dagli uffici di Palazzo Moroni è partita la caccia ai 12 milioni di euro che il Comune avrebbe dovuto incassare nel secondo semestre del 2017. Di questi, 8 milioni riguardano le multe per la violazione del codice della strada e gli altri 4 invece sanzioni scattate grazie agli autovelox in tangenziale. Tutte contravvenzioni mai pagate. Escludendo gli anni precedenti al 2017, mancano poi all’appello i 4 anni successivi.

Secondo una stima, nel corso degli ultimi dieci anni c’è un ammanco che si aggira sui 60 milioni. La media del recupero crediti non va oltre il 30%, mentre il resto rimane incartato tra ricorsi, cambi di residenza e gente mai rintracciata.

Chi però verrà scovato, dovrà pagare cifre molto più alte della sanzione in misura ridotta, mentre se non sarà onorata l’ingiunzione si procederà con il pignoramento di un quinto dello stipendio o con il fermo della macchina. «È un’attività molto complessa quella di cui si occupa la società che recupera i crediti, perché deve valutare caso per caso come agire e che convenienza c’è nel procedere» spiega l’assessore alla polizia locale, Diego Bonavina «ci piacerebbe poter riscattare tutto quello che spetta al Comune, perché parliamo di cifre che farebbero molto comodo». La legge prevede che i Comuni reinvestano il 50% dei proventi delle multe per migliorare la sicurezza stradale. Ma i soldi devono essere spesi secondo una ripartizione rigida: almeno un quarto della quota va destinata alla segnaletica stradale, un altro 25% va dirottato verso il potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, quindi acquisto di mezzi e attrezzature. Ciò che resta può essere poi speso per finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale.

Su questo tema il consigliere leghista Ubaldo Lonardi ha inviato un’interrogazione chiedendo il rendiconto delle spese: «Lo avrà, ma noi rispettiamo la legge e quindi non troverà quello che cerca» replica Bonavina

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