Le Troiane simbolo di pace contro l’orrore della guerra

La serie di dvd sulla storia del teatro dall’antica Grecia al Novecento, proposta con il questo quotidiano (e con tutti quelli del Gruppo Gedi), questa settimana invita alla scoperta di un testo di oltre duemila anni fa: Le Troiane di Euripide, nell’adattamento televisivo diretto da Vittorio Cottafavi andato in onda sul primo canale nazionale il 17 febbraio 1967. Proveniente dalle ricchissime Teche Rai, questa produzione realizzata nel 1966 sulla moderna traduzione di Enzio Cetrangolo è stata uno dei primi tentativi di avvicinare la platea televisiva al teatro classico, vincendone i pregiudizi legati a ricordi scolastici di grande noia.
Per attualizzare il testo della tragedia euripidea andata in scena per la prima volta nel 415 a. C., Cottafavi ricorse all’espediente di lasciare in soffitta tutti i costumi tradizionalmente usati per queste rappresentazioni, niente pepli, niente tuniche, niente elmi, scudi e corazze di latta, niente barbe posticce e niente coturni ai piedi degli attori, ma per tutti gli interpreti abiti dei nostri giorni, come accade alle prove generali. Ecco, dunque, che per stemperare nel pubblico il timore reverenziale per le tragedie greche, Menelao–Enrico Maria Salerno si presenta avvolto in un impermeabile anziché in un prezioso mantello, e le dolenti troiane vestono gonne in tweed e golfini di cachemire.
Ma non è solo l’assenza dalla scena di costumi da scena a voler rendere accessibile la lettura animata del testo sublime che faceva parte della trilogia euripidea sulla guerra di Troia (degli altri due restano solo frammenti): anche tutta la recitazione nello studio completamente disadorno avviene senza l’enfasi accademica caratteristica di questo tipo di rappresentazioni.
Gli eventi narrati nell’amara tragedia di Euripide si riferiscono al momento immediatamente successivo alla guerra di Troia, quando la città è caduta, distrutta, tutti gli uomini sono stati uccisi e le donne sono destinate a diventare schiave dei vincitori. Ecuba, la regina spodestata di Troia che nella guerra ha perso marito e figli è assegnata a Ulisse, mentre sua figlia Cassandra è stata data ad Agamennone e la nuora Andromaca a Neottolemo. La giovane Polissena è sacrificata come un animale sulla tomba d’Achille, e Astianatte, il bambino che Andromaca ha avuto da Ettore, viene fatto precipitare dalle mura della città per evitare che un giorno possa voler vendicare il padre e porre fine alla stirpe achea.
Troia è data alle fiamme e le prigioniere vengono portate via mentre salutano per l’ultima volta la loro terra. Il loro strazio diventa un’immagine spietata di quella guerra e di tutte le guerre, e consegna agli spettatori la convinzione che la pace sia davvero l’unico valore da perseguire, l’unico foriero di benessere e di autentica giustizia.
Come in quasi tutti gli adattamenti per il piccolo schermo di grandi pezzi di teatro anche il cast del dramma che verrà proposto in edicola domani in dvd (euro 8,90 più il prezzo del quotidiano) è splendido: Sarah Ferrati veste i panni di Ecuba, Enrico Maria Salerno quelli di Menelao, Roldano Lupi è Poseidone, Anna Maria Guarnieri interpreta Cassandra, la parte di Andromaca è affidata a Anna Miserocchi (che qualcuno ricorderà come Baronessa Danglars nello sceneggiato Il conte di Montecristo), mentre la nobile Esmeralda Ruspoli, moglie di Giancarlo Sbragia, è la dea Atena. Nel coro delle Troiane due figure di spicco dello spettacolo italiano: Milena Vukotić e Piera degli Esposti.
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