Due famiglie, un funerale. Mattioli e Salvi becchini da ridere

Il film da domani sponsorizzato da una nota agenzia funebre

(ANSA) - ROMA, 12 NOV - Funerale e commedia non sono certo una novità al cinema, ma in Due famiglie, un funerale le bare sono davvero troppe e c'è chi, come uno dei protagonisti del film Enzo Salvi, dice scherzando: "Ho recitato tutto il tempo con una sola mano", facendo intendere che l'altra era inevitabilmente impegnata in un gesto scaramantico. Questo l'incipit per introdurre il film, che arriva domani in sala con un ingombrante product placement, presentato ieri sera in una premiere in un noto cinema romano dove gli attori sono arrivati in prestigiosi carri funebri targati Taffo, e non a caso. Alessandro e Daniele Taffo interpretano infatti se stessi in questa commedia prodotta da Marvaso Production Films, in collaborazione con Taffo Funeral Services, che parteciperanno così agli eventuali utili al box office. Tornando a Due famiglie, un funerale, esordio di Mark Melville, protagonista assoluto è Peppino (Maurizio Mattioli), impresario funebre romano che ha come braccio destro il confusionario Spartaco (Enzo Salvi). Peppino però non è un uomo meno complicato: si destreggia infatti tra due famiglie, una moglie ufficiale, Lidia (Anita Kravos), con la quale ha due figli, Luigi (Giuseppe Marvaso, che è anche il produttore del film) e Michele (Francesco Migliorati), e una focosa amante spagnola, Helena (Isabelle Adriani), con cui ha due figlie, Luna (Giorgia Fiori) e Anna (Arianna Aloi). Una vita, insomma, parecchio complicata, che accelera ulteriormente quando Peppino scopre di avere solo poche settimane di vita e che i figli intendono rinnovare l'azienda di famiglia secondo criteri più moderni e informali. Tra gli altri attori ci sono Fioretta Mari (Olimpia), Andrea Roncato (Dottore), Angela Valensise (suocera), Raffaella Fico (Lucrezia) e, come già anticipato, Alessandro e Daniele Taffo (nel ruolo di se stessi). "Questo gioco degli equivoci del film fa comunque molto ridere, sono convinto di aver fatto un buon film - dice Mattioli - perché, alla fine, nelle storie che raccontiamo c'è sempre qualcosa di vero e qualcuno che, a un certo punto, dice: 'ma lo sai, a mio cognato è successa la stessa cosa'. È stato poi un piacere lavorare con tutti - continua - e lo abbiamo fatto duramente, perché in altri tempi, per un film così, ci sarebbero volute due settimane in più, ma oggi non viviamo certo in tempi migliori". "Per uno scaramantico come me, stare quattro settimane all'interno di un carro funebre, organizzare funerali e frequentare cimiteri non è stato certo facile, ma alla fine mi sono divertito" dice Enzo Salvi. Ieri, alla premiere, anche Alessandro e Daniele Taffo, che rispondono così alla domanda su quale messaggio si aspettino arrivi da questo film: "Noi siamo un'azienda conosciuta per l'ironia che mettiamo in un argomento molto delicato come quello della morte - dicono -. Solitamente, come azienda, abbiamo sempre scherzato sulla morte, ma mai sui morti. Questo film - aggiungono - è in fondo la testimonianza che si può sicuramente fare ironia su un argomento così delicato come la morte. Ci sono riusciti sicuramente Mattioli e Salvi, che sono riusciti a far passare un messaggio solare su una figura, come quella del becchino, che comunque è quotidianamente impegnata in un lavoro che desta diverse preoccupazioni". (ANSA).

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