Fenicotteri vicino all’aeroporto di Venezia: «Una presenza da controllare»

Istituito un comitato al Provveditorato per prevenire il fenomeno del bird-strike. L’ipotesi: estendere il divieto di transito alle barche e vietare la caccia

Marta Artico
Fenicotteri vicino all'aeroporto di Venezia
Fenicotteri vicino all'aeroporto di Venezia

Vuoi perché nell’area barenale vengono eseguite moltissime misurazioni per mantenere intatto l’habitat naturale, vuoi perché effettivamente è un dato di fatto che le condizioni di sicurezza del sedime aeroportuale creano area di calma per le specie avifaunistiche che non trovano da altre parti (nessuno le caccia o le disturba), paradossalmente nelle aree circostanti l’Aeroporto nidificano volatili oggetto di tutela e sono aumentate le specie di uccelli, in testa i fenicotteri soprattutto dopo il Covid.

Più volatili significa anche la necessità di tenerli sotto controllo, per evitare il fenomeno del wildlife e bird strike: gli scontri tra uccelli e aeroplani. Tra le osservazioni che il Ministero all’Ambiente ha posto rispetto al Masterplan 2037, c’è anche quella relativa proprio a questo punto.

E sempre più spesso, visto il livello di sicurezza molto alto dello scalo aeroportuale veneziano, chi sta per atterrare si sente spiegare dal comandante, che si deve attendere l’ok, perché è stata individuata la presenza di uccelli nelle vicinanze della pista.

«Il tema al netto piano sviluppo, è quello di un aeroporto come Venezia, affacciato sulla laguna, in un’area oggetto di tutele» spiega l’ingegner Davide Bassano, Direttore Sostenibilità del Gruppo Save «un tema che ci troviamo a gestire e cerchiamo di farlo in maniera compatibile con vincoli e tutele: il bird strike, esiste dappertutto, ma Venezia è attenzionata in modo particolare, abbiamo un’unità di specialisti interni, e siamo l’unico aeroporto ad avere professionalità sviluppate in maniera specifiche che durante l’attività controllano la presenza di volatili, le posizioni, ci serviamo della falconeria per tenere gli uccelli lontani dai corridoi di atterraggio e decollo e altre misure attive e passive per tenere libera.

E oggi funzionano bene, perché lo scalo è in linea con gli standard di sicurezza e considerato uno scalo sicuro, gli impatti con i volatili sono pochi, l’apparato di sicurezza attiva e passiva funziona».

Prosegue: «Il tema fenicotteri interessa tutta la laguna, perché è una specie che durante la migrazione usa la laguna come zona di passaggio. I fenicotteri dall’epoca del covid sono aumentati e anche noi abbiamo cominciato ad attenzionare questa specie, che per volumi e pericolosità deve essere osservata con attenzione, per questo è stato istituito un comitato presso il Provveditorato, ed è stato chiesto che alcune zone circostanti della laguna venissero interdette alla navigazione, per evitare che a causa dell’attività antropica di barchini, cacciatori, remiere, si involino ed entrino nei corridoi di decollo e atterraggio generando qualche problema».

Chiarisce: «L’avifauna decolla verso l’acqua, le specie animali sono più sofisticate di quello che l’uomo pensa, una volta individuate le zone occupate dagli aeromobili si sistemano nelle aree non disturbate, trovando un equilibrio sorprendente.

Se oggi si fa un giro lungo la perimetrale esterna della pista, si possono osservare i volatili che stanno lì.

Il problema sorge quando vedono un elemento di disturbo proveniente dall’acqua, avendo imparato che verso terra c’è un aereo che fa rumore, si alzano in alto, e allontanandosi verticalmente possono creare un problema, ed è il motivo per cui sono state chieste misure preventive. Oggi il divieto viene rispettato, i tavoli sono convocati per tenere sotto controllo la situazione e per capirne l’evoluzione».

Qualcuno ha proposto l’utilizzo del laser: «Le valutazioni però non sono sempre favorevoli, perché il laser potrebbe accecare il volatile che potrebbe reagire in modo incerto. In questo momento i falchi, addestrati, sono il metodo più efficace».

La Lipu e il WWf, in ogni caso, dopo l’ultimo incontro del tavolo tecnico convocato dal Provveditorato relativo proprio alla trattazione di misure di mitigazione del rischio di impatto tra gli uccelli e gli aeromobili, hanno chiesto che «la caccia sia interdetta in tutte le parti della laguna dove non sussiste divieto».

E che in vista del 2037 sia vietata praticamente in ogni specchio d’acqua lagunare, soprattutto nelle secche: «L’area interessata dal divieto alla navigazione va estesa, almeno raddoppiata.

L’interdizione alla navigazione deve essere assoluta e la navigazione limitata esclusivamente ai canali navigabili e a bassa velocità.

Deve essere posta idonea cartellonistica anche in lingua inglese e la violazione a questa ordinanza nell’area interessata, stante il pericolo che provoca un innalzamento improvviso di stormi di uccelli, deve essere di carattere penale». E ancora:

«Evitare, per allontanare gli uccelli, cannoncini a salve, ad aria compressa, armi da fuoco, laser nelle ore notturne, soluzioni valide spesso solamente per poche ore, ma che di contro potrebbero creare panico immotivato con dispersioni ed involi improvvisi». Infine, Lipu e Wwf chiedono che siano vietati «fuochi e botti in laguna, se non sono fenomeni di esclusivo tipo visivo».

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