Sequestrate 400 auto e 70 motoscafi

TREVISO. Quattro capannoni, 400 veicoli tra auto, moto e biciclette, e settanta imbarcazioni, alcune della quali da gara. È il tesoro di Luigi Compiano, presidente della North East Services, messo sotto sequestro probatorio dai militari delle Fiamme Gialle su ordine della procura. Il sospetto è che parte dell’ammanco milionario, dal caveau di Silea, Compiano l’abbia usato per coltivare la sua passione per i motori. Per questo motivo il pubblico ministero Massimo De Bortoli ha ordinato alla Guardia di Finanza di appore i sigilli nei depositi di Villorba e Breda di Piave.
Lotta contro il tempo. È quella ingaggiata dalla procura della Repubblica di Treviso per individuare i beni riconducibili a Compiano e alla sue società. Le indagini hanno accertato che, in base alle 5 denunce presentate, l’ammanco ammonta attualmente a circa 40 milioni di euro. Si tratta di un ammanco reale e non frutto di errori contabili. I soldi, inoltre, sono stati sottratti unicamente dal caveau di Silea nel corso degli anni, mentre nelle altre 9 sale conta sparse in varie città del Nord Italia non sono state rilevate irregolarità. Finora, non sono stati fatti sequestri di conti o beni all’estero. Su questo punto il procuratore capo Michele Dalla Costa è chiaro: «Nessun controllo all’estero. Sarebbe troppo complicato. Solo se si sa dove sono i soldi, si va a colpo sicuro». Altrimenti è come cercare un ago nel pagliaio».
Silvestri è out. L’amministratore delegato della Nes Filippo Silvestri è estraneo all’inchiesta, nonostante, nell’immediatezza dello scoppio dello scandalo la sua abitazione sia stata perquisita dalla Guardia di Finanza. Per il momento gli indagati sono due: il presidente Luigi Compiano e Massimo Schiavon, il responsabile della sala conte. Le uniche due persone che potevano avere l’accesso al caveau di Silea, dove sono spariti almeno 40 milioni di euro. Entrambi sono accusati di appropriazione indebita aggravata.
Gli interrogatori. Massimo Schiavon, 51 anni di Treviso, ex responsabile della Sala Conte della North East Services, arrivato in azienda nell’86, ha parlato per due ore con gli inquirenti.
Lo ha fatto venerdì scorso, davanti al sostituto procuratore Massimo De Bortoli, titolare delle indagini sul buco Nes, assistito dagli avvocati Maurizio Jacobi e Antonio Guarnieri. Una deposizione lunga e molto articolata che gli investigatori hanno ritenuto di interesse per ricostruire quanto accaduto all'interno della storica azienda ora travolta dal buco milionario. Schiavon ha spiegato di aver rassegnato le dimissioni dalla Nes, pur essendo rimasto nello stesso settore di attività. E, dunque, ha preso le distanze rispetto agli avvenimenti più recenti, quelli del tracollo. In realtà l’uomo, considerato il braccio destro di Compiano (e la sua formazione all’istituto tecnico nautico Venier di Venezia fa pensare che gli abbia offerto consulenze anche nell’acquisto del parco-barche), avrebbe presentato le sue dimissioni solo una quindicina di giorni fa. Gli inquirenti hanno insistito per avere spiegazioni sulla movimentazione dei denaro e sul funzionamento della Sala Conte di Silea, nodo strategico nel «viaggio» del denaro prima del suo deposito nel caveau o subito dopo la sua uscita. Si tratta, in sostanza, dell'«anticamera» della cassaforte: se irregolarità ci sono, è possibile che proprio qui vengano consumate. O che qui vengano in qualche modo coperte attraverso una rendicontazione fasulla.
Qui, di certo, sono posizionate le telecamere che riprendono i movimenti sospetti e le operazioni scorrette. Sempre che qualcuno sia disposto a cogliere le irregolarità.Per questo il ruolo di Massimo Schiavon - il «boss» della Sala Conte, per l’appunto nonché colui che 20 anni fa aveva contribuito all’allestimento del fortino di Silea - è stato ritenuto fin dall'inizio decisivo da parte degli investigatori e la sua abitazione di via Orsenigo è stata perquisita già giovedì insieme a quelle del presidente Luigi Compiano e dell'ex amministratore delegato Filippo Silvestri.
Parola al procuratore. «Quello della North East Services è un ammanco reale, non contabile», spiega il capo della procura della Repubblica di Treviso, Michele Dalla Costa. «Si tratta di un perverso meccanismo che andava avanti da tempo e s’è inceppato quando la richiesta di restituzione di denaro, avanzata da un cliente, non poteva essere esaudita perché troppo alta. Per il momento sono due le persone iscritte nel registro degli indagati: Luigi Compiano e Massimo Schiavon. Il responsabile delle sale conta è già stato sentito, mentre per Compiano non abbiamo fretta». Da oggi ogni giorno potrebbe essere quello giusto per l’interrogatorio del presidente della Nes.
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