La grande notte del Redentore: in centomila a Venezia
Prenotazioni online nelle rive cittadine e in bacino San Marco. Proteste in riva Sette Martiri
a causa degli yacht

È la notte in cui la città si riappropria delle sue tradizioni e della sua bellezza più pura. In barca cullati dalla laguna, seduti davanti a un piatto di bigoli in salsa in una delle centinaia di tavolate imbandite alla Giudecca.
Oppure in un ristorante locale, accompagnati da qualche cicchetto e qualche ombra di bianco.
O magari a casa, o in altana, per una cena arrangiata all’ultimo tra amici e poi tutti in riva (yacht permettendo), per lo spettacolo dei fuochi.
Un rito collettivo, quello del Redentore, che ogni anno si rinnova e a cui ieri hanno partecipato, secondo le stime del Comune, oltre centomila persone.

Macchina organizzativa del Comune messa a dura prova ma ormai oliata di fronte ad eventi di questa portata. Giornata impegnativa anche per la polizia locale, che fin dal tardo pomeriggio ha garantito il deflusso ordinato nelle aree riservate.
A differenza degli anni precedenti, quest’anno alcuni imbarcaderi (quelli solitamente più affollati al termine della festa) sono stati presidiati dalle guardie giurate e da personale di terra di Actv per evitare le scene di assembramenti degli anni precedenti, quando non erano mancati grossi rischi per l’incolumità delle persone ritrovatesi ammassate in attesa dei battelli per tornare a casa o per raggiungere le feste notturne al Lido.

Le prenotazioni dei posti disponibili nelle rive cittadine e a San Marco sono state polverizzate nel giro di pochi giorni. Nei giorni scorsi, diverse proteste si erano registrate a Castello tra i residenti di Riva Sette Martiri.
I quattro maxi yacht ormeggiati da giorni, infatti, hanno impedito la visuale del Bacino ai residenti.
«L’ennesimo segno dello sfruttamento intensivo della città a scapito dei residenti», commentava anche ieri un residente. Tra musica e qualche immancabile tuffo in laguna, la festa diffusa davanti al Bacino è invece proseguita senza sosta fino alle 23.30.
Poi il silenzio che precede il primo boato, segnale in codice per il via allo spettacolo pirotecnico. Intitolato “Casanova e l’Amore”, lo show ideato da Parente Fireworks ha avuto inizio alle 23. 30, incantando un pubblico di oltre 100. 000 spettatori.

Circa 30. 000 persone hanno ammirato lo spettacolo dall’acqua, a bordo di più di 4. 000 barche ormeggiate nel Bacino San Marco, mentre 45. 000 si sono assicurati un posto prenotato a terra, lungo le Zattere, la Piazzetta San Marco, Riva degli Schiavoni e l’isola della Giudecca.
A queste presenze si sono aggiunte le persone che – dalle zone non soggette a contingentamento come Sacca Fisola, Sant’Elena, il Lido e la prima parte delle Zattere – hanno potuto godere dello spettacolo nel silenzio della notte, interrotto solo dai botti dei fuochi e dagli applausi del pubblico.
Per 40 minuti il cielo veneziano si è trasformato in un palcoscenico di luci e colori.
Circa 6.000 i fuochi esplosi, pari a 2. 300 kg di materiale su cinque grandi zattere e venticinque pontoni minori, sparati da un fronte di 420 metri, con oltre 30 addetti tra pirotecnici e ormeggiatori e un sofisticato sistema di accensione radiocomandato da più di 250 unità.

«Il Redentore è un grande rito collettivo che coniuga fede e popolarità» il commento del sindaco Luigi Brugnaro, «grazie a tutte le persone che si sono dedicate con passione all’organizzazione di questa festa che è tra le più celebrative della nostra storia».
E mentre San Marco esplodeva di emozioni, rinnovando l’antico rito popolare che coniuga nella “notte famosissima” religione e tradizione, spiritualità e convivialità, misticismo e magia, anche Asseggiano, Malcontenta e Pellestrina si sono accese con fuochi, mentre Murano, Marghera e Gazzera hanno fatto vibrare la notte con musica e intrattenimento.
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