Padova campione d’inverno, record di punti della serie C
Il Padova festeggia a Chioggia e tiene a distanza il Vicenza, la diretta concorrente: il 16 febbraio scontro diretto al Menti

La storia è stata scritta e adesso inizia un nuovo capitolo verso un sogno sempre più vicino ma ancora da realizzare.
Il Padova ha appena concluso il girone d’andata migliore della sua storia e non solo. Grazie alla cifra sbalorditiva di 51 punti conquistati in 19 partite, la squadra biancoscudata ha timbrato il punteggio massimo per i campionati di Serie C a parimerito con il Catanzaro 2022/23.
Un cammino irripetibile ma che il tecnico Andreoletti ha già accantonato per concentrarsi sull’inizio del girone di ritorno che scatterà domenica prossima da Trento. Una seconda parte di stagione che il Padova vuole affrontare con lo stesso piglio con cui ha letteralmente dominato, fin qui, il campionato.
Le chiavi
Il segreto principale di questa straordinaria stagione sta in un aspetto all’apparenza banale ma decisivo nel mondo dello sport: la continuità di rendimento. In tutto il girone d’andata il Padova non ha mai avuto un momento di appannamento o di flessione. Ci sono state partite entusiasmanti e altre più sofferte, ma la squadra non è mai inciampata nemmeno una volta, né in termini di risultati né di prestazioni.
Una continuità quasi metodica, basta scorrere i risultati per capirlo. I biancoscudati hanno vinto 16 partite e ne hanno pareggiate 3, senza mai perdere. L’avvio di campionato con sei vittorie consecutive ha permesso di arrivare allo scontro diretto contro il Vicenza in testa alla classifica. Il successo nel derby ha dato alla squadra la consapevolezza necessaria per affrontare un mese quasi perfetto come quello di ottobre: cinque partite, 13 punti, nessun gol subito.
Nel mese di novembre la squadra ha sempre vinto, arrivando a dicembre quando è stata abile a superare le insidie di un calendario che ha proposto tre settimane con tre partite consecutive. La continuità è anche nei numeri. Il Padova è la miglior difesa d’Italia con 9 reti subite e non hai mai preso più di un gol a partita da nessun avversario. Soltanto contro la Feralpi Salò l’attacco è rimasto a secco ed esattamente metà delle vittorie sono arrivate con più di un gol di scarto. Ne consegue una media perfetta di 38 reti segnate, esattamente due a partita.
Il confronto
Al di là del record, la notizia più importante arrivata da Chioggia è il massimo distacco stagionale conquistato sul secondo posto. Il Padova, infatti, è arrivato al giro di boa con un vantaggio di 8 punti sul Vicenza. Un margine ampio e rassicurante ma che ovviamente non può essere garanzia di successo. In questi casi, da quasi un decennio a questa parte, l’esempio che portano gli allenatori per gettare acqua sul fuoco è quello del girone A 2016/17, quando alla 24esima giornata la Cremonese si trovava a nove punti di distacco dalla vetta della classifica, prima di vince il campionato all’ultimo turno grazie al suicidio dell’Alessandria. Prendendo in considerazione le ultime cinque stagioni in tutti e tre i gironi, nessuna squadra è riuscita a rimontare un distacco di otto putti dalla vetta al termine del girone d’andata. L’unica squadra capace arrivare al girone di ritorno con un divario di otto punti dalla seconda è stata la Ternana, che nel 2021 vinse il girone C a quota 90.
Testa a testa
Ma il motivo principale per cui il Padova non può permettersi assolutamente di rilassarsi, sta nel tenore della diretta concorrente. Il Vicenza ha chiuso l’andata al secondo posto a 43 punti. Un risultato che le avrebbe permesso di essere prima, in questa stagione, negli altri due gironi. Allargando il campo alle ultime cinque stagioni terminate sul campo (escludendo quindi il 2020 quando il torneo fu sospeso per Covid), soltanto altre sei compagini su 15 sono state capaci di chiudere in testa alla classifica il girone d’andata con più di 43 punti. La squadra di Vecchi ha una marcia che di solito vale la promozione diretta, curiosamente identica a quella che tenne il Padova lo scorso anno. Anche la formazione di Torrente chiuse l’andata a 43 punti, a meno 4 dalla capolista Mantova. Decisivo fu lo scontro diretto che arrivò alla prima di ritorno e vide il netto successo dei virgiliani. Ecco perché la data da segnare in rosso è quella del 16 febbraio, quando allo stadio Menti andrà in scena il derby di ritorno.
Bortolussi, l’uomo dei gol può giocare con Spagnoli

È il campionato dei record ma anche quello delle rivincite. Riavvolgiamo il nastro di un anno esatto.
Alla vigilia del mercato invernale la piazza padovana chiede a gran voce l’acquisto di un centravanti. Bortolussi piace ma non è ritenuto all’altezza di una squadra che vuole vincere il campionato. Arriverà Zamparo che non ingranerà mai e a giugno farà nuovamente le valige, riproponendo il solito copione. La squadra c’è ma ha bisogno di un bomber per fare il salto di qualità e così a luglio Mirabelli acquista uno degli attaccanti più richiesti della categoria, Spagnoli.
Nelle intenzioni dello staff tecnico è lui il titolare, con Bortolussi che (nonostante le offerte allettanti ricevute) resta in biancoscudato come alternativa di spessore nel ruolo di punta centrale. E infatti il primo mese e mezzo di campionato va secondo i piani, con Spagnoli che gioca sempre da titolare e Bortolussi che subentra, segnando anche un paio di gol dopo essere partito dalla panchina.
La svolta arriva dopo il derby contro il Vicenza che Spagnoli gioca alla grande, prima di infortunarsi nei giorni successivi. Bortolussi resta l’unica opzione per il ruolo, mister Andreoletti gli dà fiducia incondizionata e lui lo ripaga con una serie di prestazioni superlative alle quali unisce anche una capacità realizzativa che mai aveva mostrato negli ultimi due anni.
Strepitoso l’ultimo mese, nel quale il centravanti marchigiano ha segnato sei gol in altrettanti incontri, raggiungendo quota 10 reti già alla fine del girone d’andata, più di quante (9) ne aveva segnate in tutto lo scorso campionato. Per trovare l’ultimo attaccante del Padova in grado di arrivare alla doppia cifra prima dell’inizio del girone di ritorno bisogna farsi scendere una lacrimuccia di nostalgia e risalire a Davide Succi nel campionato di Serie B 2010/11: 15 gol in 19 partite.
Restando in Serie C la mente corre verso Ciro Ginestra che nel 2002/2003 segnò 14 gol al giro di boa, arrivando a 21 a fine torneo. È stato lui l’ultimo calciatore biancoscudato capace di vincere la classifica cannonieri.
Bortolussi può spezzare questo digiuno lungo 21 anni? Sì, Vlahovic permettendo, visto che il giovane atalantino è l’unico ad aver segnato più di lui nel girone A (13 gol).
«Sono molto contento, anche se non è una prima volta», la soddisfazione di Bortolussi dopo la doppietta realizzata a Chioggia. «Ai tempi del Cesena avevo chiuso il girone d’andata a quota 11 gol, realizzandone poi 17 in totale. La mia volontà, ovviamente, è quella di migliorare questo bottino, ma l’obiettivo personale viene sempre dopo quello di squadra. Lavoro per crescere sempre e il merito è ovviamente anche dei compagni che mi mettono nelle condizioni di esprimermi al meglio».
Come detto, la sua stagione è sbocciata dopo l’infortunio di Spagnoli, eppure i due a Chioggia hanno dimostrato di potersi esprimere alla grande anche giocando insieme. È questa la strada per il futuro?
«Sicuramente è un’opzione interessante che ci consente di essere fastidiosi per le difese avversarie. Avere un compagno forte come lui mi stimola».
I tifosi invocano il suo rinnovo, quando arriverà? «Non lo so, ma non è un pensiero che mi assilla. Queste cose noiose le lascio volentieri al mio entourage. Io sono concentrato sul campo. Di sicuro, la scelta di restare a Padova in estate si è rivelata vincente».
Dieci gol segnati nel girone d’andata, qual è il più bello? «Il prossimo».
(Stefano Volpe)
Il passato non cambia, ma il suo significato sì

Non possiamo cambiare il nostro passato perchè è scritto, certificato, immutabile. Però possiamo cambiare il significato che quel passato ha avuto per noi, per la nostra società, per il destino sportivo della squadra che amiamo. E di questo voglio parlarvi.
Quando vivi nel presente hai una certa idea e percezione delle cose che accadono. Ma quando poi passa del tempo, capisci alcune dinamiche che ti erano sfuggite. Il tempo mette in ordine le cose e restituisce valore anche alle persone. Faccio un esempio semplice. Estate scorsa, apre il mercato del Padova.
Il ds Mirabelli non rinnova Donnarumma, e Antonio lo abbiamo amato tutti per quello che ha detto e fatto come persona e come atleta. Nei social in tanti scrivono che vergogna, la società vuole risparmiare, insulti al capitano Donnarumma, faremo una squadra di sfigati e roba così. Accuse a Mirabelli come se piovesse. Bene, sono passati alcuni mesi: Fortin in porta è una roba mai vista, il miglior portiere del campionato, un talento destinato alla serie A. Domanda: chi aveva ragione? Noi che giochiamo al fantacalcio o un uomo che lavora di calcio reale dalla mattina alla sera? Eddai su, una volta tanto diciamolo.
Secondo esempio: a gennaio arriva nella scuderia biancoscudata un giocatore che ha fatto tanta serie A e B, mai serie C. Si chiama Crisetig. Sui social i tifosi si scatenano: c’è chi dice che non si doveva fare questo sgarro a Radrezza (il regista di Torrente) e che comunque Crisetig è finito. Risultato? Oggi il Padova è guidato in campo da lui. Regista di altra categoria, ragazzo serio, ha legato con la città e i compagni, un livello di professionalità elevatissimo.
Dunque, chi lo ha portato a Padova approfittando di una occasione di mercato, ha sbagliato? O la società ha fatto una operazione conveniente pensando al futuro?Il futuro è quello che stiamo vivendo adesso, amici miei carissimi.
Terzo esempio: mister Andreoletti. Commenti sui social dei tifosi: lo hanno preso per risparmiare, a Benevento ha fatto schifo e lo hanno mandato via, Mirabelli lo ha portato a Padova così può decidere tutto lui e quello lì può solo stare zitto. E invece? Andreoletti è ascoltato, la squadra è quella che ha chiesto lui, a gennaio sarà ascoltato ancora, e comunque è in questo momento l’allenatore più osservato d’Italia, Chi aveva ragione? Noi che giochiamo alla playstation o un uomo che lavora di calcio dalla mattina alla sera?
Tornando alla tesi iniziale, ribadisco: il passato è passato. E’ vero, ci sono stati alcuni errori di valutazione. E’ vero, non abbiamo raggiunto l’obiettivo promozione la scorsa stagione. Di poco, ma non ce l’abbiamo fatta. Però il passato, visto oggi, è stato anche e soprattutto costruzione di un futuro vincente. E in questo la società ha giocato bene le sue carte. Meglio di quanto noi tutti avessimo capito.
(Leandro Barsotti)
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