730, la semplificazione può attendere

La rivoluzione promessa dal Governo non c’è: in pochi useranno il modello precompilato, quasi tutti delegano i Caf
Il modello 730 per la denuncia dei redditi, 19 giugno 2014. .ANSA/FRANCO SILVI
Il modello 730 per la denuncia dei redditi, 19 giugno 2014. .ANSA/FRANCO SILVI

Osare o delegare. Avventurarsi nel labirinto della rivoluzione fiscale o rifugiarsi nell'ufficio di un Caf e rimandare a tempi migliori. È l'enigma del contribuente, illuso dalla promessa del 730 precompilato – che esiste, ma più o meno come un unicorno – e ora sorpreso in mezzo al mare della burocrazia all'italiana, giusto a metà fra il dire e il semplificare.

Alla vigilia del Tax Day, fissato per domani, si può già sgombrare il campo da un’illusione: la dichiarazione dei redditi fai-da-te sarà un affare per pochi, pochissimi. Forse meno del cinque per cento dei 20 milioni di lavoratori dipendenti e pensionati italiani cui spetterebbe il privilegio di compilarsi da soli il 730. In provincia di Padova, stando ai dati Istat, i lavoratori dipendenti sono 298 mila, i pensionati 237 mila, quindi 535 mila persone. Ma il 730 precompilato, per chi saprà trovarlo nel sito dell’Agenzia delle Entrate, sarà riservato solo a un numero di contribuenti che dovrebbe aggirarsi intorno ai 320 mila. Gli altri – circa 235 mila – dovranno integrare i dati del modello disponibile in rete, aggiungendo a mano, anzi con mouse e tastiera, gli altri dati, a cominciare dalle spese mediche per le quali si richiede la detrazione del 19 per cento. La scelta è libera, ma la differenza c'è ed è notevole. Accedere al proprio cassetto fiscale on line, dove c'è il modello precompilato, richiede un pin, che si ottiene con un paio di passaggi (ne parliamo in un pezzo a parte). L'alternativa è rivolgersi a un professionista o a un Caf, firmare una delega, pagare e affidarsi in toto. Scaricando – e non è un dettaglio di poco conto – anche la responsabilità di eventuali errori.

Secondo le stime di Fabbrica Padova, il centro studio di Confapi, almeno 160 mila padovani finiranno per rivolgersi a un intermediario fiscale. «La semplificazione è una buona intenzione perché si va verso un allineamento dell'Italia con i paesi più avanzati», dice Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova. «Di fatto però l'idea rischia di tradursi in un aggravio di spese per i contribuenti che non sanno compilare il 730 da soli, perché non sono in grado di accedere al proprio modello on line o perché mettendoci mano si assumono la responsabilità dell'invio». Confapi, una volta capito che aria tira, ha allestito il servizio “Il Caf entra in azienda” che fornirà assistenza fiscale ai dipendenti delle aziende che lo richiederanno.

I Caf intanto, da almeno un paio di settimane, vivono giorni difficili, presi come sono tra due incombenze: raccogliere le deleghe di quanti hanno già deciso di rinunciare all'avventura in rete, e stipulare un'assicurazione per la copertura degli errori, che sono inevitabili anche se il motto è limitare i danni. «C'è grande confusione», ammette Lisa Contegiacomo, responsabile del Caf Cgil. «Il messaggio che è passato, ovviamente errato, è che il 730 arriverà a casa. Del precompilato in rete sono in pochi a sapere, tant'è vero che finora solo poche centinaia hanno chiesto e ottenuto il pin per aprire il proprio cassetto fiscale. Così noi riceviamo una valanga di deleghe perché tutti preferiscono affidarsi a noi. Stimiamo che non più del 10 per cento dei contribuenti farà da sé. Ma anche noi non sappiamo tutto. I moduli on line li conosciamo solo virtualmente, non li abbiamo visti, non sappiamo cosa c'è dentro. E però sappiamo di non poter sbagliare: da quest’anno i responsabili siamo noi. L’assicurazione? È inevitabile coprirsi le spalle».

«Il precompilato non esiste più, bisogna metterla in questi termini», dice Luca Resente, responsabile del Caf della Coldiretti. «C'è il modello in rete, ci si può collegare e trasmetterlo. Ma il sistema regge comunque un massimo di 17 mila operazioni al giorno. Questo vuol dire che è comunque materialmente impossibile spostare l'intero carico di 730 in rete, non ci sarebbe abbastanza tempo prima della scadenza dei termini». Resente ironizza sulle previsioni: «Chi manderà il modello? I più sprovveduti. Se uno ha il 730 pronto e completo viene qui, paga 15 euro e scarica su di noi qualsiasi responsabilità. La verità è che in Italia non siamo ancora pronti per questa semplificazione, l'amministrazione pubblica non ci aiuta. Finirà che i Caf lavoreranno di più e che anche i commercialisti scaricheranno su di noi la maggior parte del lavoro».

Tra l'effetto-annuncio e i cambiamenti di rotta, il risultato è che gli sportelli sono già congestionati e nei prossimi giorni probabilmente lo saranno anche di più. «Rispetto al passato è cresciuto il carico di adempimenti», si lamenta Marisa Dal Brun del Caf Uil. «Intanto dobbiamo spiegare ai cittadini come funziona il sistema. Poi raccogliamo le deleghe. E nel frattempo dobbiamo anche tutelarci, perché errare e umano e anche noi sbaglieremo, quindi come tutti abbiamo dovuto assicurarci e dovremo stare attentissimi».

Fin d’ora la certezza è che il traguardo della semplificazione fiscale si è spostato in avanti, come minimo di un anno. Lo dimostra la prova riservata ai più tenaci sostenitori del fai-da-te: il vademecum di 283 pagine messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate nel proprio sito. Ci vuole pazienza per scaricarlo. E ci vuole tanta pazienza per trovarci dentro le informazioni utili per superare i dubbi. Arrendersi, in certi casi, è inevitabile.

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