Abbigliamento e tessile fatturati in calo del 30%

Meno 31% l’abbigliamento, meno 20% il tessile. Per il settore moda più che di cali del fatturato si tratta di un vero e propri tracollo. Un colpo durissimo che ha colpito anche e soprattutto le imprese artigiane tra gennaio e novembre 2020 secondo i dati presentanti da Upa Confartigianato Padova.

«Servono subito interventi strutturali per rilanciare il settore di punta del made in Italy nel mondo», ha detto il presidente di Confartigianato Moda Fabio Pietrella, intervenuto in audizione alla Commissione attività produttive della Camera sul Piano nazionale ripresa e resilienza. «Un settore ad alta vocazione artigiana che vede la presenza di 1.738 imprese nella sola provincia di Padova e che occupa direttamente oltre 6.600 addetti».

Un sistema di aziende che chiede azioni concrete al nuovo governo Draghi: «Le nostre imprese – aggiunge Laura Dalla Montà presidente del sistema di categoria tessile, abbigliamento e cuoio di Confartigianato – hanno necessità di un sostegno, anche in forma di decontribuzione, per far fronte ai costi legati a ricerca e sviluppo, alla digitalizzazione delle collezioni, alla formazione del personale. Il nostro sistema ha subito un danno devastante da questa crisi pandemica ma potrebbe rialzarsi anche attraverso un credito d’imposta per i costi legati alla creazione di campionari e allo sviluppo delle collezioni, oltre a una garanzia dello Stato sui pagamenti dei clienti. È necessaria inoltre una rigorosa attività di vigilanza e di contrasto nei confronti dei fenomeni di concorrenza sleale messa in atto da operatori abusivi e delle pratiche di subfornitura distorta che penalizzano le piccole imprese». —



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