Acceleratori di particelle senza segreti A Legnaro esperti da tutto il mondo

PADOVA. All’Infn di Legnaro si è alzato il sipario sullo Sneap (Simposio della ricerca sugli acceleratori di particelle), workshop internazionale che coinvolge in un grande confronto con scambio di...
Di Aldo Comello

PADOVA. All’Infn di Legnaro si è alzato il sipario sullo Sneap (Simposio della ricerca sugli acceleratori di particelle), workshop internazionale che coinvolge in un grande confronto con scambio di esperienze la comunità tecnica degli addetti agli acceleratori di particelle.

L’assise scientifica, che si conclude oggi, mette a punto non tanto i successi quanto le difficoltà, gli ostacoli alla piena, efficace utilizzazione di strumenti di ricerca potenti, con impiego di energia da 15 milioni di volt e nello stesso tempo delicati, che richiedono competenze specifiche in vari campi. Nello zoo delle particelle (dal muone al gluone, al misterioso bosone, agli scodinzolanti neutrini che sono di competenza dell’acceleratore monstre del Cern di Ginevra, ma qui si tratta di ricerca sull’alta energia), gli ioni pesanti (bassa energia) usati con gli acceleratori dell’Infn sono più “grezzi”, bufali cafri confrontati con le gazzelle, raggiungono velocità stratosferiche ma molto inferiori a quelle del Cern vicine alla velocità della luce.

In sostanza si tratta di due branche diverse della fisica quantistica. Gli ioni pesanti si ottengono estraendo un pacchetto di particelle da un elemento della tavola di Mendeleev (non l’idrogeno che è troppo leggero ma metti il ferro o l’oro) e formando un fascio a bassa energia con dentro una “fauna” composita (elettroni, protoni) è un po’ come sparare a lupara. Le interazioni che si ottengono sulla materia bombardata sono molte e utili sia nel campo della ricerca industriale che in quello della medicina.

Nella grande aula dell’Infn c’era il mondo: tecnici e ricercatori delle Università, dei laboratori nazionali e di quelli per la ricerca industriale, americani, cinesi, indiani, argentini e via enumerando. Presenti anche rappresentative dei costruttori per cui si son messe in atto le premesse, magari solo a livello di promozione, per possibili business futuri. Durante i lavori si parla inglese, ma alla mensa, affollata durante il break, è una babele di linguaggi, un crogiolo di etnie, un campionario di tipi fisici e un repertorio di saperi diversi.

Il Simposio nasce nel 1968, segno che l’esigenza di confronto tra operatori è sentita da tempo, ma rimane per anni entro i confini degli Stati Uniti. «La scelta di Legnaro» dice il chairman dell’incontro, Davide Carlucci «manifesta il calibro internazionale dell’Infn, ormai sede di eccellenza».

Nel giugno scorso in occasione dei cinquant’ani del laboratorio di fisica nazionale sono stati presentati i quattro acceleratori di particelle in forza a Padova tra cui il Tandem XTV da 15 megawatt che ha innescato la ricerca sulla fisica dei nuclei e l’acceleratore lineare superconduttore Alpi. Nel corso dell’incontro sono stati approfonditi temi cruciali come quello sulle sorgenti e sui sistemi di sicurezza. «La gestione degli acceleratori di particelle» fa notare Davide Carlucci «non è particolarmente onerosa per cui la diffusione di questa tecnologia, soprattutto in un periodo di crisi economica globale, tende a diffondersi interessando anche paesi emergenti».

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