Addio a Carlo Castellaneta, dopo 40 libri buen retiro a Palmanova con Milano nel cuore

lo scrittore Carlo Castellaneta è morto a Palmanova, la città fortezza con i bastioni a stella, dove risiedeva da qualche anno con la famiglia ma nel cuore ha sempre avuto Milano, dove era nato 83...

lo scrittore Carlo Castellaneta è morto a Palmanova, la città fortezza con i bastioni a stella, dove risiedeva da qualche anno con la famiglia ma nel cuore ha sempre avuto Milano, dove era nato 83 anni fa da padre pugliese e da madre milanese. Dopo aver lavorato in una galleria d’arte e aver fatto il correttore di bozze alla Mondadori, ha esordito nel 1958 con “Viaggio col padre”, grazie a Elio Vittorini che aveva letto il manoscritto e lo aveva proposto alla casa editrice. Grazie a questo libro che narra la caduta del fascismo vista dall’interno di una famiglia piccolo-borghese, per Carlo Castellaneta si è aperta una lunga e intensa carriera di scrittore. Per Milano è stato uno scrittore simbolo. I suoi romanzi, infatti, sono quasi tutti ambientati nella città dove ha vissuto la maggior parte della sua lunga vita; come giornalista è stato collaboratore del Corriere della Sera e di Storia Illustrata, di cui è stato anche direttore ed è stato presidente del Museo teatrale alla Scala. Ha scritto una quarantina di libri, l'ultimo, “Gridando: Avanti Savoia!” è del 2007 e racconta l’amore tormentoso e contrastato tra il giovane tenente Castelli e la fidanzata Nora sullo sfondo dei massacri della Grande Guerra, dei difficili anni del dopoguerra e di una Milano ricostruita e ritratta con la solita affettuosa partecipazione. La Milano futurista e fascista divorata dalle prime speculazioni edilizie che ne avrebbero sfigurato i lineamenti ottocenteschi e avrebbero aperto la strada all’avvento di una borghesia affarista e senza scrupoli. Un’altra opera di grande successo è stata “Notti e nebbie” (1975) dalla quale nel 1984 è stata tratta la miniserie televisiva replicata nel 2011. In questo libro Castellaneta ha descritto Milano nel 1944 occupata dai nazisti e dai fascisti che si stavano riorganizzando nella Repubblica di Salò. Protagonista del romanzo è un fascista della prima ora, un attivista sprezzante che persevera nella fedeltà a Mussolini. Poliziotto severo e crudele nei confronti dei fermati per motivi politici, viene nominato capo della Squadra politica. Per il suo lavoro l’uomo si avvale delle delazioni e delle soffiate di alcuni amanti.

Castellaneta non ha mai nascosto il suo amore per Milano riconoscendole la capacità di essere aperta e accogliente verso gli altri e di sapere riconoscere il bene che hanno portato gli immigrati del sud, quelli che negli anni ’50 arrivavano alla Stazione Centrale con la valigia legata con lo spago. Nel libro “Amare Milano” ha scritto: «Mi sono sempre chiesto perché mai Milano, priva di bellezze naturali o di un clima mite, sia così amata dai meridionali che vi si stabiliscono».

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