Addio a Mickey Rooney, era l’eterno bambino

NEW YORK. Una vita sulle montagne russe della fama: bambino prodigio prima ancora dell’asilo, re del box office a 19 anni, in bancarotta a 40, redivivo a Broadway vent'anni dopo. L’America e Hollywood dicono addio a Mickey Rooney, morto a 93 anni domenica nella sua casa di Westlake Village in California. Piccolo di statura nella vita, colosso sul palcoscenico: ma soprattutto con un Dna a base di spettacolo (madre ballerina di fila, padre comico di serie C emigrato da Glasgow) da quando a 17 mesi fece il suo debutto nel vaudeville, all’approdo a sei anni nel cinema fino al grandioso ritorno di fiamma teatrale in «Sugar Babies» al fianco di Ann Miller quando aveva già svoltato le 59 primavere: una performance che gli garantì la nomination ai Tony.
Rooney sapeva fare di tutto: recitare, ballare, cantare, suonare il piano e il tamburo. E ancor prima di mettersi l’uniforme da scolaro era capace di piangere a comando. Il suo personaggio di Andy Hardy lo rese tra 1937 a 1944 il più famoso teen-ager d’America. Nel 1939 Rooney sbancò il box office sbaragliando Tyron Power. Irrise poi anche a Spencer Tracy nel 1940 e Clark Gable nel 1941.
Altrettanto rocambolesca la sua vita privata: otto matrimoni (il primo con Ava Gardner, molti «lampo») e altrettanti divorzi. Mickey aveva 12 milioni di dollari in tasca prima dei 40 anni, sperperati per la sua personalità esuberante. La sua fortuna a Hollywood fu parallela a quella di Shirley Temple. Tra il 1936 e il 1944, aiutato dal ciuffo biondo e da un contratto con MGM, Rooney girò una trentina di film: dal lustrascarpe di «Lord Fauntleroy« (dal romanzo il «Piccolo Lord«), al fratellino di «Ah, Wilderness!», al mozzo di «Capitani Coraggiosi», al bullo redento da padre Flanagan in «La Città dei Ragazzi».
Carriera lunghissima la sua (200 film in nove decenni, due Oscar speciali e cinque nomination per gli Emmy con un premio per la tv nel 1981), segnata però da battute d’arresto. E poi i divorzi, seguiti a matrimoni decisi nello spazio di un mattino, spesso sotto i fumi dell’alcol, sette figli maschi e quattro femmine, le perdite kolossal al tavolo verde di Las Vegas. Spesso sul lastrico nella mezza età, Rooney fu protagonista di spettacolari rimonte: specie quella a Broadway nel 1979 quando «Sugar Baby» fu il campione di incassi ai botteghini. L’ultimo ruolo fu nel 2006 con «Una Notte al Museo», nella parte di un custode. E poi, per i più piccoli, una breve comparsa ai Muppetts nel 2011.
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