Addio al giudice Lucia Martinez, lavorò molti anni a Padova. Le colleghe: brava e generosa

Il ricordo di Mariella Fino e Cristina Cavaggion: una grande passione per il lavoro. Le sarà intitolato un corso di formazione per i giovani magistrati

PADOVA. Non ce l’ha fatta a sconfiggere il male che l’aveva colpita nel giugno 2018. Un male affrontato con coraggio, determinazione, voglia di vivere. Durante il lockdown la speranza si era fatta più forte. Ma è durato poco. Negli ultimi mesi il destino appariva ormai segnato.

È mancata Lucia Martinez, 50 anni compiuti l’1 febbraio, magistrato originaria di Napoli e, per oltre un decennio, giudice civile a Padova, la città dove aveva scelto di vivere con la famiglia nonostante il lavoro l’abbia portata anche altrove. Lascia il marito Carlo Martucci, napoletano, notaio con studio sia a Padova in corso Stati Uniti che a Mogliano Veneto, e l’adorata figlia Gaia, otto anni, oltre a una sorella (pure notaio in provincia di Bergamo) e ai genitori Bruno e Anna Martinez. Il funerale domani alle 11 in Duomo, a pochi passi dall’abitazione in ghetto dove il magistrato viveva.

Laureata a pieni voti in Giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli, Lucia Martinez era entrata in magistratura iniziando la carriera a Venezia sempre nell’ambito “giudicante”.

Poi il trasferimento a Padova dove si era specializzata nel “civile” lavorando per oltre una decina d’anni, prima del trasferimento come consigliere di Corte d’appello a Brescia dove si occupava (in ambito civilistico) del settore famiglia.

Purtroppo quasi contemporaneamente al debutto in questa nuova esperienza professionale che stava affrontando con entusiasmo e curiosità, è arrivata la malattia. Breve il periodo bresciano prima del ritorno a Venezia, come magoistrato in Corte d’appello, per rendere l’esercizio della professione più agevole con le terapie, a volte molto dure, alle quali doveva sottoporsi.

Una professione che ha cercato di non mollare mai, tanta era la passione per il lavoro, coltivata fino all’ultimo, poche settimane fa.

«Era una donna vitale, colta, coraggiosa e generosa» rammenta con commozione la collega e amica Mariella Fino, «E un giudice eccellente. Come Anm (associazione nazionale magistrati) pensiamo di intitolarle un corso di formazione per i magistrati. Lucia, che era molto appassionata di diritto, era particolarmente impegnata sul fronte dello studio e della ricerca. Non ha mai smesso di studiare e di impegnarsi per contribuire alla formazione dei colleghi magistrati, in particolare i tirocinanti».

«Si occupava anche di formazione a livello internazionale» fa eco la collega e amica Cristina Cavaggion, «Nonostante la malattia, Lucia ha continuato a offrire il suo contributo. Era davvero un magistrato bravo e studioso. E, sul piano umano, aveva una grande generosità nell’ascoltare gli altri e nel prendere parte a problemi di uffici non suoi. Era una persona cara a tutti». —


 

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