Addio Unione del Medio Brenta I tre Comuni l’abbandonano

I sindaci Rocchio (Curtarolo), Schiesaro (Cadoneghe) e Zordan (Vigodarzere) annunciano lo scioglimento. «Scelta non condivisa» dal “fondatore” Zanovello



. Suona il Requiem per l’unione dei Comuni del Medio Brenta: ieri mattina i sindaci dei tre Comuni che la compongono hanno annunciato il suo scioglimento.

Ognuno andrà per conto suo, i dipendenti torneranno in capo ai Comuni, al massimo si condivideranno i servizi attraverso specifiche convenzioni.

«La decisione» ha detto il presidente in carica, il sindaco di Curtarolo Martina Rocchio, «è stata assunta dopo un lungo e tormentato travaglio. Ma abbiamo dovuto confrontarci con la logica dei costi e dei benefici. Le risorse umane, tecniche e materiali sono inadeguate e rendono possibili solo sulla carta i miglioramenti qualitativi e i risparmi di spesa che tutti avevano auspicato all’inizio».

L’alternativa alla chiusura sarebbe stata la sua ristrutturazione, che necessitava però di ulteriori costi di investimento e di personale che i tre sindaci hanno reputato non realizzabili.

Dopo tredici anni cala quindi il sipario su un’unione che fin da subito ha incontrato ostacoli e creato malumori. Non per nulla i dipendenti prima delle elezioni amministrative di maggio hanno proclamato lo stato di agitazione: il 29 luglio incontreranno i sindaci per la procedura di raffreddamento e per iniziare a capire che fine faranno. «Già da subito il personale rientrerà nell’organico dei Comuni» annuncia il sindaco di Vigodarzere, Adolfo Zordan «e discuteremo poi con il liquidatore e le rappresentanze sindacali dove ricollocare il personale direttamente assunto dall’unione». La chiusura dell’unione dovrà avvenire seguendo un percorso preciso, con un liquidatore che seguirà passo passo le operazioni di smantellamento, che è probabile non dureranno meno di sei mesi. «Ma se rivoluzione deve essere, che lo sia fino in fondo» aggiunge Marco Schiesaro, primo cittadino di Cadoneghe.

«È stata una scelta difficile, ma abbiamo avuto il coraggio di trovare una soluzione. Si ripartirà quindi da zero». Ci sarà comunque da approvare il bilancio consuntivo e poi stabilire la ripartizione del milione di euro rimasto di avanzo: 316 mila torneranno nelle casse di Cadoneghe, 660 mila a Vigodarzere, 55 mila a Curtarolo. Ci sarà poi da spartire quando avanzerà dai 570 mila euro vincolati. Per quanto riguarda il personale, sono 35 i dipendenti che lavorano in unione. Il servizio condiviso da tutti e tre i Comuni, oltre al Suap, è la polizia locale. Cinque i vigili che torneranno in capo a Cadoneghe, tre a Vigodarzere e uno a Curtarolo. Altri due sono stati assunti direttamente dall’unione.

Ma la decisione di sciogliere l’unione non trova tutti d’accordo. «Non è stata condivisa con Giunta o Consiglio» sottolinea il suo “padre fondatore”, Roberto Zanovello, «ma è stata assunta direttamente dai sindaci. La decisione di sciogliere l’ente a un mese dalle elezioni sa tanto di scelta politica, non basata su valutazioni approfondite. Certo, i tre sindaci hanno dato il colpo finale a un ente già distrutto, specialmente durante l’ultima presidenza di Cadoneghe, che l’ha svuotata di numerose professionalità». ––

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