Afterhours freschi di Rivolta con “Padania” per rialzare la testa

Oggi concerto a Marghera. L’ultimo album in corsa per il premio Album indipendente europeo «Gli italiani sopportano più degli altri popoli, ma adesso stanno dicendo “basta”»
Di Michele Bugliari

Oggi alle 21, gli Afterhours si esibiranno al centro sociale Rivolta di Marghera. La storica rock band milanese torna nel Veneto con il “Club tour 2013”. Abbiamo intervistato Manuel Agnelli, leader degli Afterhours.

Col nuovo tour suonerete dopo tanto tempo negli spazi di media dimensione, dopo anni di esibizioni nei palasport e nelle arene all’aperto. «Ci mancava molto», ha risposto il cantante e chitarrista, «una situazione live più intima di quella che si può avere in un palasport o in un’arena. Nei grandi spazi per i concerti il pubblico è più distante e ci piace l’idea di accorciare questa distanza». Le canzoni del vostro ultimo album “Padania” acquistano un significato particolare oggi che una tempesta sembra essere arrivata veramente sopra la classe politica nazionale. «Non ci voleva molto a prevedere che l’intero sistema doveva collassare perché basato sulla sofferenza della gente. È vero che gli italiani sopportano più degli altri popoli ma alla fine quando si tocca il fondo poi anche nel nostro Paese si sceglie il cambiamento. Tra questo e costruire cose nuove ce ne passa ma è già importante il fatto che si sia arrivati ad un cambiamento». Parlando del vostro ultimo disco, lei ha fatto detto che dopo i fatti del G8 di Genova la gente non ha più il coraggio di alzare la testa. «Dopo Genova i movimenti sono stati azzerati. Non avevo mai visto un movimento così grande e trasversale che univa insieme un’incredibile fetta di società che metteva insieme i giovani, alcuni preti, gli anziani e gli antagonisti. Quel movimento era una risorsa straordinaria che è stata eliminata. Ora dopo tanto tempo credo che la gente stia cominciando a capire che si può ancora denunciare quello che non va. D’altronde quando le persone sono toccate direttamente nel portafoglio, impoverendo la società, è normale che nascano le reazioni. È un inizio e indietro non si torna indietro. È bene che la gente abbia alzato la testa per fare pressione sulla classe politica. È stato mostruoso in questi anni vedere i politici, che avrebbero dovuto lavorare per il bene pubblico, fare di tutto e di più per i propri interessi personali».

“Padania” ora fa parte dei 18 cd in nomination per il premio Album indipendente europeo, dopo aver ricevuto i massimi riconoscimenti nazionali. «Eravamo consapevoli di aver realizzato un lavoro importante per noi e questo ci bastava. I riconoscimenti però ci fanno un enorme piacere soprattutto per un disco come “Padania” che correva il rischio di passare per velleitario e presuntuoso. È simpatico poi che tra i primi 18 dischi indipendenti d’Europa ce ne sia con uno con un titolo provocatorio e solo apparentemente antieuropeo come “Padania”».

“Hai paura del buio” il vostro quinto album realizzato nel lontano 1997 è stato votato miglior disco indipendente degli ultimi 20 anni. «Mi ha fatto piacere perché è bello che un disco che hai fatto tantissimo tempo fa sia rimasto nel cuore e nella testa della gente. Comunque, guardando al passato la vera soddisfazione è che dopo tanti anni siamo ancora in attività con tanto entusiasmo per il futuro». Il vostro nuovo video “Spreca una vita” è stato girato nel Teatro Rossi Aperto di Pisa. «È un po’ che cerchiamo di appoggiare i vari movimenti che in tante città italiane hanno occupato e riaperto dei teatri chiusi che spesso sono anche degli immobili storici di grande pregio. Ci siamo esibiti in diversi di questi spazi, come al teatro Valle di Roma e al Macao di Milano ma anche in molte altre città tra cui Napoli e Catania». Biglietti: 15 euro.

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