Al liceo Marchesi-Fusinato il cinese «batte» il francese

Primo istituto della città: 31 gli studenti lo hanno preferito alle lingue tradizionali. La preside Visentin: «Presto inizieremo corsi di arabo e giapponese»
ISTITUTO LICEO LINGUISTICO E DELLE SCIENZE SOCIALI FUSINATO SUCCURSALE IN VIA DIVISIONE FOLGORE NEL QUARTIERE PALESTRO DOVE STUDIAVE ALESSIA BROMBIN
ISTITUTO LICEO LINGUISTICO E DELLE SCIENZE SOCIALI FUSINATO SUCCURSALE IN VIA DIVISIONE FOLGORE NEL QUARTIERE PALESTRO DOVE STUDIAVE ALESSIA BROMBIN

PADOVa. Il liceo Marchesi Fusinato è la prima scuola superiore in città che apre allo studio della lingua e della letteratura cinese. Da settembre il liceo ha un corso dedicato al cinese ed è stato boom delle iscrizioni, preferendolo al francese e al tedesco. Sono infatti 31 i ragazzi che hanno scelto l’indirizzo cinese-inglese-spagnolo. «Come studio della lingua a livello commerciale è già presente all’Istituto Tecnico Einaudi – spiega la preside Antonella Visentin – Ma la nostra scuola è la prima a proporre la materia a tutto tondo, dalla letteratura, alla civiltà, alla grammatica». Tanto più che non è facile introdurre nelle scuole superiori questo indirizzo perché ad oggi mancano le graduatorie dei professori a livello ministeriale. «Ci siamo appoggiati all’Università Ca’ Foscari di Venezia – riprende la dirigente del Marchesi-Fusinato – Dall’ateneo veneziano escono giovani molto preparati che hanno la laurea in cinese, un periodo di preparazione in Cina e, nel nostro caso, la professoressa Giorgia Basso (padovana) ha anche la specializzazione sis». La giovane insegnante resta tuttavia in attesa di nomina perché non sono ancora state sbrigate tutte le procedure. «Speriamo tutti sia confermata da Roma o dalla provincia – assicura la Visentin – Altrimenti apriremo un bando d’istituto».

La scuola padovana è dunque entrata in un circuito ancora ristretto di istituti superiori che offrono il cinese nel loro programma didattico. Alcune esperienze si sono registrate a Milano, Torino, Roma e Vicenza. La preside ha dimostrato sicuramente lungimiranza e la sua scelta è stata premiata dal successo delle iscrizioni. «Siamo all’inizio – racconta – E c’è davvero molto entusiasmo. Le prospettive lavorative sono chiare a tutti, nulla togliendo a pacchetti più tradizionali che pure prevediamo: inglese-francese-tedesco e inglese-francese-spagnolo. Quest’anno abbiamo dunque sostituito una lingua europea. Ma per quanto mi riguarda è solo l’inizio: la mia ambizione è portare al Marchesi anche l’arabo e il giapponese. So di poter contare ancora una volta sui corsi di laurea veneziani, sempre molto frequentati. Quello cinese resta l’indirizzo con maggiori iscritti anche all’università, a seguire giapponese ed arabo. L’apertura verso altre culture, oltrepassando la formazione prettamente professionale, penso sia la strada da percorrere».

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