Alla Guizza vince il verde. C’è l’accordo per il parco più grande della città

PADOVA. Raccolto il mais, oggi è tutta terra arata, pronta per la prossima semina. Ma a primavera gli 80 mila metri quadrati compresi fra via Carlo Alberto Diano, dove c’è il supermercato Alì, via Confortini e - dall’altra parte dei confini di Albignasego - il parco Modì di Sant’Agostino, saranno sottratti all’agricoltura e destinati a diventare - in attesa dell’ampliamento dell’Iris - il parco più grande della città, nonché il primo parco metropolitano di Padova. Il progetto atteso per quasi 12 anni è realtà e la giunta potrebbe ratificarlo già oggi pomeriggio. Per la Guizza è un sogno che si realizza. «E oggi siamo tutti felici, a prescindere dallo schieramento politico», esulta Dario Da Re, presidente della consulta di quartiere 4B. «Attorno a quest’area verde si svilupperà una comunità più forte».
La storia
Del parco della Guizza si parla dal 2008. Al tempo Padova e Albignasego avviarono, in contemporanea, due operazioni analoghe di perequazione urbanistica che prevedevano di concedere edificabilità ai privati in cambio di terreni da destinare a verde. Albignasego chiuse in fretta il suo scambio, lasciando ai privati il 50% delle loro proprietà e autorizzandoli a costruire con volumi notevoli (0,4 mc per mq) nella parte restante. Sui terreni ottenuti, il Comune realizzò il parco Modì. Padova la tirò per le lunghe ma poi strappò il 75% dei terreni in cambio dell’edificabilità (con indice 0,15) nel restante 25%. Però c’era già aria di crisi. E pur avendo ottenuto dal consiglio comunale la delimitazione dell’ambito, i privati non mandarono mai avanti l’intervento, ritenendo non più vantaggioso costruire. La convenzione, dunque, non fu mai firmata. A marzo del 2017 gli stessi privati (Prosdocimi, i fratelli Piron e i fratelli Ceccon) sono tornati alla carica, chiedendo al Comune se l’accordo del 2008 era ancora valido. Così è partita una nuova trattativa.
le nuove condizioni
Oggi un nuovo accordo è stato raggiunto, non senza fatica, visto che i proprietari non erano tutti sulla stessa linea. I tre privati cederanno al Comune il 78,72% delle aree, per un totale di 63.702 mq, in cambio del permesso di costruire, vicino al supermercato, 12 villette nei 17.223 mq residui, nei quali è comunque compresa anche un’area verde di 2.600 mq al servizio della lottizzazione. La delimitazione è pronta e sarà approvata in giunta insieme al piano. «La convenzione arriverà più avanti», fa sapere il vice sindaco Arturo Lorenzoni. «E in quella fase definiremo anche gli oneri di urbanizzazione». Tasto sensibile, quest’ultimo, visto che il Comune al momento non ha soldi per costruire il parco. «Dal dibattito nel quartiere è emersa con forza la richiesta che siano i privati a finanziare, almeno in parte, la sistemazione delle aree, anche perché sul loro valore pesa la presenza dell’elettrodotto», sottolinea Da Re. «Oltre allo scambio, ci sono oneri da versare al Comune». Lorenzoni conferma, ma sgombra il campo dai dubbi: «Quando si tratterà di firmare la convenzione, troveremo un accordo».
Il parco che verrà
Con i 63 mila mq che sta per acquisire, uniti al Gozzano e al verde che c’è intorno, la Guizza avrà un parco di centomila metri quadrati, grande come quattordici campi di calcio. Insieme ai 50 mila mq di verde di Albignasego, sarà un parco enorme. «Data la grandezza, sarà inevitabilmente un parco estensivo, con ampie aree erbose e alberate, a funzione ecologica e di mitigazione ambientale», immagina l’assessore al Verde Chiara Gallani. «Le aree attrezzate si svilupperanno nel tempo, in accordo con i bisogni dei cittadini e del quartiere, tenendo conto dello sviluppo già attuato della parte di Albignasego. Questo accordo realizza il cuneo verde dell’area sud e in attesa dell’Iris sarà anche il parco più grande della città. Di bello c’è anche il fatto che sarà servito dal tram e sarà quindi sarà raggiungibile in maniera sostenibile».
Il ruolo del quartiere
Prima ancora che il Comune deliberi, i cittadini si sono già appropriati dell’area verde. Per quasi due mesi la consulta 4B ha ascoltato le voci del quartiere, mettendo insieme proposte, dubbi, suggerimenti e richieste che l’amministrazione ha poi accolto in toto. «Quello che metteremo dentro il parco non è ancora deciso, ma il metodo di lavoro funziona», spiega Da Re. «La partecipazione è già servita a far sentire che si sta costruendo un progetto che appartiene a tutti. In tutte le fasi del lavoro, dall’ideazione alla gestione, i cittadini saranno protagonisti». Quanto ci vorrà a costruirlo e quanti soldi, dipenderà dal progetto. Che arriverà solo tra qualche mese, dopo la firma della convenzione. —
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