All'asilo si timbra il cartellino e multa per chi ritarda

CADONEGHE. Multe da 5 euro al giorno ai genitori che portano o ritirano in ritardo i figli che frequentano la materna paritaria Pio X di Cadoneghe e obbligo di registrare con un badge gli orari di ingresso e d’uscita. La decisione presa dal parroco e dal comitato di gestione della scuola ha valore educativo, non certo l’intento di far cassa, per cercare di abituare i genitori al rispetto delle insegnanti e degli altri bambini, che a causa dei ritardi dei compagni iniziano più tardi a far lezione.
I ritardi si sono già azzerati. «Alle elementari saranno molto più inflessibili ed è giusto che la scuola dell’infanzia educhi anche questo aspetto» spiega il parroco di Mejaniga, don Mirco De Gaspari. Ma la questione principale è appunto il rispetto della programmazione didattica. «Molti credono che la scuola dell’infanzia sia una ludoteca e che i bambini possano essere portati quando si vuole» prosegue don Mirco, «invece è una scuola a tutti gli effetti, con un preciso programma didattico ministeriale e delle verifiche dei vari gradi di apprendimento per ogni alunno, che vengono poi trasmessi alla scuola elementare. Il problema dei ritardi lo abbiamo verificato specialmente all’ingresso del mattino, che è previsto dalle 7.30 alle 9. Sistematicamente un gruppetto di genitori accompagna i bambini con oltre un quarto d’ora di ritardo: ne consegue che i compagni debbano attenderli per iniziare l’attività didattica del giorno oppure che i ritardatari si perdano parte della lezione e si debba ripetere la spiegazione, facendo inevitabilmente perdere tempo agli altri. Oppure che si facciano attendere e tardare gli esperti che vengono a tenere le lezioni nella nostra scuola. Ne va quindi del rispetto di tutti, anche delle insegnanti, che sono maestre e non baby sitter».
Meno frequenti i ritardi all’uscita delle 18, un po’ di più quelli alle 16. «Un ritardo dovuto a un’emergenza o a un imprevisto può capitare» conclude il parroco, «ma non può essere sistematico. Dalle 16, inoltre, scatta un’altra tariffa per la retta». Il badge è entrato in funzione dal 29 febbraio e i bambini si divertono a passarlo sul lettore, prendendolo come un gioco. I genitori e i nonni dovranno ricordare di portarsi sempre appresso il tesserino o per lo meno il codice da digitare manualmente. Ogni ritardo comporta l’addebito di 5 euro ed è possibile giustificarne solo uno al mese.
I genitori, ieri all’orario di uscita, si dividevano tra gli entusiasti del nuovo sistema e i dubbiosi che preferivano non esprimersi. I più scettici sono i nonni, che ora devono ricordare di portarsi dietro pure la “chiavetta” e con le modernità tecnologiche vanno poco d’accordo. «Ben venga il badge» raccontano due mamme, Letizia Falso ed Elena Miazzo, «perché se ci sono delle regole, è giusto che vadano rispettate e chi arriva tardi rallenta l’attività dell’intera classe. Esistono poi diverse tariffe in base all’ora di uscita: come fanno in tanti, se i genitori non riescono ad arrivare per le 15.50 hanno comunque tante altre opzioni pagando il sovrapprezzo».
Un’altra mamma dà un parere diverso. «Io pago di più per lasciare mio figlio a scuola e trovo giusto che chi non lo viene a prendere negli orari stabiliti, paghi in eguale misura» dice Lisa, «però il badge io non lo uso nemmeno nel mio posto di lavoro». Ha accolto la novità con un po’ di riserve anche un’altra mamma, che sottolinea come le regole debbano essere rispettate da tutti. «A parte che 5 euro per un minuto solo di ritardo mi pare una cifra eccessiva» sostiene, «va da sé che la scuola debba impegnarsi a chiudere il cancello alle 9 in punto e a non lasciarlo aperto come spesso accade, facilitando in questo modo l’ingresso dei ritardatari».
Non è stata una scelta a cuor leggero quella di introdurre il badge, che comunque fa parte di un pacchetto gestionale offerto da Fism, la Federazione delle scuole materne paritarie. «Quando ci è stato proposto, abbiamo valutato e infine accettato di introdurlo nella nostra scuola» spiega Valentina Francato, coordinatrice della Pio X, «per avere un registro in formato elettronico della presenza dei bambini e scoraggiare, o meglio educare, quei genitori irriducibili che non si riesce, nemmeno con i richiami, a far arrivare in orario. Siamo arrivati all’estremo con un padre che, trovando il cancello chiuso, ha lasciato il bimbo in giardino oltre la recinzione e se n’è andato: fortuna che ero lì a guardare. La lettera di richiamo che gli abbiamo consegnato il giorno successivo, l’abbiamo trovata stracciata e gettata a terra davanti al cancello. Oppure il discorso che spesso sentiamo è “Pago, quindi arrivo quando voglio”, ma non è così. Le attività sono cadenzate, le lezioni con gli esperti hanno orari precisi e vanno rispettati».
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