Anche due aziende di Noventa e Saccolongo nelle truffe ai leasing

TRUFFE Stipulavano contratti di leasing per materiale movimento terra mai messo in commercio
TRUFFE Stipulavano contratti di leasing per materiale movimento terra mai messo in commercio
 
NOVENTA.
C'è anche il nome del nipote di Silvano Maritan, figura di primo piano della mala del Brenta al tempo di Felice Maniero, tra quelli dei 117 denunciati nell'ambito dell'operazione «Caterpillar» della Guardia di Finanza, coordinata dal procuratore aggiunto di Venezia Carlo Mastelloni, che ha permesso di scoprire un'organizzazione specializzata in truffe a società di leasing.
 Sette persone sono state raggiunte da provvedimenti cautelari: si tratta di Matteo Buriollo, di San Donà di Piave, ritenuto il capo dell'organizzazione, e Federica Colosso, sua stretta collaboratrice, per i quali è stata disposta la custodia in carcere; della sorella Jessica Buriollo, la compagna Beatrice D'Adda e il collaboratore Sergio Alfier, sottoposti agli arresti domiciliari; della madre Graziella Rossetto e del cognato Rocco Vacatello, per i quali è scattato l'obbligo di dimora. Centocinquanta le imprese, dislocate sul territorio nazionale, coinvolte nella truffa tra di esse la Car Edil srl con sede a Noventa Padovana in via Paganini 4 e la Pinton Guglielmo di Saccolongo, via De Gasperi 16.  Dopo la stipula dei contratto di leasing (211 quelli accertati, per 35 milioni di euro complessivi, solo in parte denunciati dalle 21 aziende truffate), grazie ai documenti falsi procurati dalla banda, per materiale di movimento terra mai posto in commercio o solo mostrati agli agenti per ottenere il finanziamento, le somme ottenute finivano per il 30-40% nelle tasche dell'impresa richiedente, sino al 10% in quella del fornitore del bene e per il 40-50% in quelle degli ideatori della frode. Questi ultimi reinvestivano i soldi in macchine lussuose e in appartamenti, del valore complessivo di 5 milioni di euro, sequestrati dalle fiamme gialle, per i quali erano state costituite due società a Montecarlo.  Ammonta a 100 milioni di euro la frode fiscale realizzata grazie al vorticoso giro di fatture false. In alcuni casi il ricorso al leasing serviva a imprenditori in difficoltà a ottenere fondi, aggirando il «no» opposto dalle banche, per dare ossigeno economico alle attività, in altri, dopo il pagamento delle prime rate, le restituzioni delle somme cessavano e l'imprenditore dichiarava fallimento.

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