Anziani morti, la badante indagata conviveva a San Pietro in Gu
L’ex compagno si è trasferito momentaneamente a Vicenza, i genitori di lei invitati a lasciare l’abitazione dell’uomo

«Il 14 marzo scorso è stata Paola a suonarmi il campanello di casa: “Domenico si è sentito male”, mi ha detto sconvolta. Sono corso da lui, era in brutte condizioni: non riusciva a parlare, si pensava a un’ischemia. Non avremmo mai potuto immaginare una cosa del genere, siamo tutti molto scossi».
È la testimonianza di un vicino di casa di Domenico Moletta, ex compagno di Paola Pettinà, che restituisce il clima di sgomento che ha avvolto San Pietro in Gu, travolto da una vicenda dai contorni inquietanti. In via Divisione Folgore, dove sorge l’elegante palazzina che la coppia condivideva fino a poco tempo fa, si respira incredulità.
Fino a qualche settimana fa, nessuno avrebbe mai sospettato che dietro la facciata di normalità si celasse una storia così cupa.
Paola Pettinà, 46 anni, accusata di omicidio volontario, tentato omicidio e indagata per altre morti sospette, è una figura che nel paese era praticamente sconosciuta. «Non la conoscevamo», ha dichiarato il sindaco Paolo Polati, aggiungendo il proprio sgomento per l’accaduto: «Penso alle famiglie degli anziani coinvolti e alle conseguenze devastanti di questa vicenda».
La vita di San Pietro in Gu, luogo di poche migliaia di abitanti immerso nella quiete della campagna veneta, è stata scossa fin dalle prime indagini, che hanno coinvolto il paese in seguito al ricovero urgente di Moletta. Il 14 marzo scorso, l’uomo era stato soccorso dopo aver perso conoscenza per un’overdose di benzodiazepine.
Solo l’intervento tempestivo dei sanitari del 118 aveva evitato il peggio. Ma le successive analisi mediche hanno fatto emergere un quadro ben più grave: Moletta aveva ingerito ripetutamente Xanax (medicina che Pettinà acquistava con grande facilità in varie farmacie, comprese due padovane) e altre sostanze somministrate a sua insaputa da Paola, che gliele spacciava per vitamine.
La rivelazione è stata uno shock per i vicini, che ricordano la coppia come riservata, apparentemente senza conflitti. Moletta, che ora si è trasferito temporaneamente a Vicenza dalla sorella, aveva accolto in casa anche i genitori e la figlia di Paola.
I due anziani, tuttora presenti nell’appartamento, si sono chiusi nel silenzio dopo le tragiche notizie. Quel che è certo è che l’uomo li ha invitati ad abbandonare l’abitazione, segnando una rottura con il passato.
Le indagini sulla figura di Paola Pettinà, che si spostano tra Vicenza e San Pietro in Gu, stanno rivelando un quadro sempre più fosco. Accusata di aver drogato e derubato anziani di cui avrebbe dovuto prendersi cura, la donna è attualmente detenuta a Verona, con la custodia cautelare confermata dal giudice per la gravità delle accuse.
Tra i casi più gravi, spicca quello di Alessandra Balestra, madre di Moletta, morta il 31 agosto 2023 mentre era assistita dalla Pettinà.
La salma della donna sarà riesumata per accertare eventuali responsabilità, dal momento che le altre presunte vittime erano state cremate, rendendo impossibili ulteriori verifiche. Gli inquirenti stanno approfondendo anche altre morti sospette legate alla figura della falsa operatrice sanitaria, come quelle di Imelda Stevan, 81 anni, Graziella Pulliero, 84 anni, e Romano Rossi, marito di quest’ultima, deceduto a pochi giorni di distanza dalla moglie. L’elenco delle vittime potrebbe allungarsi, ma resta ancora oscuro il movente di tali gesti. Paola Pettinà, durante le indagini, avrebbe ammesso di aver «esagerato» con i farmaci, ma di non aver voluto «fare del male».
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