Padova, in 500 sul Liston per il cessate il fuoco su Gaza
La manifestazione indetta dall’ex sindaco Flavio Zanonato davanti a Palazzo Moroni: fiori bianchi sui sudari con le scritte «stop alle bombe» e «Gaza»

Non era scontato che la manifestazione avrebbe avuto una eco così grande. Non era scontato che in così tanti avrebbero aderito. Eppure quelle cinquecento persone riunite nel cortile antico del Bo hanno dimostrato una cosa: la città di Padova è con il popolo di Gaza, contro la guerra, contro l’inutile sacrificio di vittime civili nel conflitto in Medio Oriente. «Oggi siamo qui con tre richieste: stop alle bombe sulle case dei palestinesi, sì agli aiuti umanitari, e il rilascio incondizionato degli ostaggi trattenuti da Hamas», ha sottolineato l’ex sindaco ed ex ministro Flavio Zanonato, spiegando lo spirito dell’iniziativa.
Nonostante a diffondere l’appello fosse stata una voce politica, la politica è rimasta fuori dalla retorica della manifestazione. «Le richieste che facciamo uniscono tutte le persone che fanno parte dell’umanità, più che appartenenti a correnti politiche», ha osservato Zanonato, «qui non si tratta di essere mussulmani, ebrei, cristiani o di qualsiasi fede religiosa o credo religioso: si tratta di essere umani».
E così è stato. La manifestazione si è svolta in modo silenzioso all’interno del cortile del Bo, al cui interno si sono radunate oltre cinquecento persone. In mano ciascuna di queste teneva un fiore bianco – come richiesto dall’appello diffuso con il passaparola. Un fiore da posare in segno di vicinanza e solidarietà sui lenzuoli bianchi con scritte rosso sangue, che indirettamente riprendono i sudari in cui vengono avvolti i corpi delle vittime dei bombardamenti israeliani a Gaza e in Cisgiordania. L’idea, simbolica e potente, è stata ideata dall’artista Elio Armano.
Nessun discorso, nessuna retorica. Solo un gruppo di persone che una per volta hanno posato quei fiori bianchi in religioso silenzio. Un momento di pura condivisione e solidarietà per le vittime civili palestinesi, e per le atrocità di tutte le guerre. Nessuno stemma di associazioni, fazioni politiche, ideologie di sorta. Solo il silenzio e la consapevolezza condivisa degli orrori di un conflitto che ha mietuto oltre 50 mila vittime, soprattutto civili, di cui almeno 10 mila bambini.
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