Avvocati, frode o truffa l’inchiesta verso Venezia
È intrusione e frode informatica? Oppure è truffa? L’analisi tecnica sul “passaggio informatico” che ha consentito il furto di circa 440 mila euro dal conto corrente dell’Ordine degli avvocati di Padova (acceso presso la Cassa di Risparmio del Veneto) consentirà di chiarire come è avvenuta l’emissione via home banking di tre bonifici trasferiti su conti esteri.
E non solo: se c’è stata una violazione del sistema informatico dell’istituto di credito da parte di un hacker (da qui il reato di frode informatica) la competenza passerà alla Direzione distrettuale antimafia di Venezia; al contrario, se il “sistema” non è stato attaccato e il colpo è stato messo a segno grazie alla “soffiata” di un operatore infedele o di un criminale che ha carpito con l’inganno la password e i codici di accesso, il caso resterà alla procura padovana trattandosi di truffa.
Nelle prossime ore questi fondamentali dati tecnici saranno comunicati al procuratore aggiunto padovano Matteo Stuccilli e al pubblico ministero Marco Peraro che hanno aperto l’inchiesta dopo la denuncia presentata ai carabinieri dall’avvocato Michele Godina per conto dei vertici del Foro patavino. Inchiesta che ipotizza, al momento, la truffa.
Nel frattempo l’autorità giudiziaria ha avviato una serie di contatti con la magistratura olandese e polacca dove risultano essere stati dirottati tre bonifici: uno di circa 240 mila euro, gli altri due intorno ai 99 mila euro accreditati su conti di tre banche dei due paesi. Immediatamente attivato il cosiddetto recall da parte della Cassa di risparmio per bloccare il flusso di contante e ottenerne la restituzione. Le operazioni sono state eseguite tra il 20 e il 22 maggio scorso ma è soltanto il 23 mattina che la banca ha invitato la tesoriera dell’Ordine a disconoscere i codici. Troppo tardi: i tre bonifici erano stati già messi a segno, mentre è stato stoppato un quarto bonifico che stava per diventare operativo.
Ieri il presidente dell’Ordine Lorenzo Locatelli è stato in costante contatto con l’Istituto di credito del gruppo San Paolo: «La banca sta facendo tutto il possibile per recuperare almeno i 240 mila euro. Certo le va dato un po’ di tempo, non si può pretendere tutto e subito: abbiamo verificato che sta lavorando con il massimo impegno».
Sempre ieri il consiglio dell’Ordine non ha deciso alcuna azione nei confronti dell’istituto, almeno per ora. Risponde il presidente Locatelli: «Stiamo aspettando una risposta da parte della banca sulla restituzione dell’intero ammontare. E confidiamo che ci protegga come dovrebbe fare nei confronti dei propri clienti».
Cristina Genesin
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