Battaglia Terme, c'è l'esame di dialettoper chi vuole fare il vigile urbano

"Non è una provocazione - assicura l'assessore leghista Alfredo Bedin - si tratta di una decisione presa per andare incontro a quella parte della cittadinanza che qui è composta in gran parte da anziani"
BATTAGLIA TERME. Niente posto di vigile urbano a chi non sa il dialetto veneto. A stabilirlo, è il bando per l’assunzione di un nuovo agente di polizia locale pubblicato per un concorso ancora aperto. Tra i criteri, l’assegnazione di 2 punti su 30 per la comprensione della «parlata veneta». Al prossimo agente che prenderà servizio, dunque, non basterà conoscere a menadito codici, leggi e regolamenti della strada.


Durante la prova di cultura generale, dovrà dimostrare alla commissione tecnica di capire parole o domande in dialetto veneto. Questo nonostante il Comune non sia esattamente un baluardo del Carroccio. Il sindaco Pdl Daniele Donà è espressione di una civica moderata. A prevalere è stata però la proposta dell’assessore leghista Alfredo Bedin che spiega così il provvedimento.


«Non è una provocazione - dice Bedin - si tratta di una decisione presa per andare incontro a quella parte della cittadinanza che qui è composta in gran parte da anziani. E’ giusto che possano rivolgersi ai dipendenti dell’amministrazione pubblica in modo diretto e con l’idioma che li ha visti nascere e crescere. Vogliamo solo far sì che il posto non sia vinto da chi è di passaggio, ma risiede qui da tempo. L’obiettivo è che quanto meno il nuovo dipendente capisca e si faccia capire».


A sdrammatizzare ci pensa il vicesindaco Alessandro Baldin: «Un vigile deve pur sapere se qualcuno lo offende in dialetto veneto». Dura, invece, la minoranza del Partito Democratico. «Avevamo già espresso le nostre perplessità sull’opportunità di inserire in organico un terzo vigile visti i problemi al bilancio - dice il consigliere comunale Angela Temporin - Dopodiché vorremmo ricordare che lavorerà in una zona turistica ed essendo Battaglia parte del nuovo distretto, farà servizio anche ad Abano e in tutti i Comuni termali. Eppure nel concorso si chiede attenzione alla parlata veneta e neanche un po’ a una lingua straniera, all’inglese o al tedesco per esempio. Questo la dice lunga», è la sua conclusione.

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