Bcc di Piove e Sant’Elena fusione puntando a Iccrea

Il 30 ottobre le assemblee dei soci voteranno per la nascita della Bcc Patavina Toson: «Il consolidamento del credito cooperativo è un passaggio obbligato»
Di Elena Livieri
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PRESENTAZIONE BANCA PATAVINA. DA DX: MICHELE RISI DIRETTORE SANT'ELENA, GIANNI PAVANELLO PRESIDENTE SANT'ELENA, LEONARDO TOSON PRESIDENTE PIOVE DI SACCO, GIANNI BARISON DIRETTORE PIOVE DI SACCO
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PRESENTAZIONE BANCA PATAVINA. DA DX: MICHELE RISI DIRETTORE SANT'ELENA, GIANNI PAVANELLO PRESIDENTE SANT'ELENA, LEONARDO TOSON PRESIDENTE PIOVE DI SACCO, GIANNI BARISON DIRETTORE PIOVE DI SACCO

PADOVA. Nello scacchiere che si sta delineando nel processo di consolidamento delle banche di credito cooperativo - da una parte il polo Iccrea e dall’altra quello trentino (Cassa centrale) - è quasi scontata la casella in cui si inserisce la Banca di credito cooperativo di Piove di Sacco che, il 30 ottobre, riunirà l’assemblea dei soci per l’approvazione del piano di fusione con la Bcc di Sant’Elena. Da sempre il credito piovese fa riferimento a Iccrea nel cui cda siede, per altro, il suo presidente Leonardo Toson. Una posizione che, ad oggi, sembra minoritaria, con la maggior parte delle banche venete coinvolte (28 in tutto) orientate al polo trentino. Per la Bcc piovese il momento è particolarmente delicato in vista dell’imminente fusione con Sant’Elena (da cui nascerà la Bcc patavina).

Presidente Toson qual è la prospettiva e il ruolo delle bcc nella crisi del credito in Italia e nel Veneto?

«Il ruolo è quello di sempre e per esercitarlo al meglio dobbiamo strutturarci meglio. È necessario perseguire economie di scala, essere competitivi in un mercato nuovo e diverso, sia per gli aspetti tecnologici ma anche nel rapporto con il cliente. C’è bisogno di competenze e professionalità adeguate ai tempi e di una riduzione dei costi. Le aggregazioni servono anche per prevenire le crisi che possono manifestarsi, come è successo per banche che hanno risentito delle dinamiche negative dei territorio di riferimento».

Come sono gli indicatori patrimoniale della Bcc di Piove di Sacco? Ci sono miglioramenti?

«Gli indicatori sono stabili, ma oggi si ragiona di più sul piano della copertura dei crediti. È un tema complesso: l’aggregazione fra banche comporta manovre contabili funzionali al progetto di unificazione e incide sugli indicatori patrimoniali che non sono quindi più così significativi. Ciò che garantisce la salute della banca è la sua redditività».

Il consolidamento delle bcc in due o tre poli può comportare nuove restrizioni sul credito alle imprese e alle famiglie?

«Questa ipotesi, che pure circola, è pura fantasia. Il fatto è che è venuto meno il merito creditizio. La banca presta soldi che sono dei risparmiatori e deve avere garanzie adeguate che siano restituiti. Se i piccoli imprenditori non riescono a fare reddito perché tutto se ne va in tasse, è lì che dobbiamo cercare il problema. Una difficoltà nel credito esiste, nonostante i tassi molto bassi la richiesta è contenuta perché non ci sono “meriti”».

Il sistema sarebbe in grado di reggere senza questa riforma?

«È un passaggio obbligato, già avviato con il fondo di garanzia istituzionale. Si tratta di dare codificazione normativa a una riorganizzazione che è in atto da anni. Manca un soggetto al di sopra delle banche con capacità di intervenire laddove si manifestino criticità. La banca sana continuerà ad essere autonoma, ma i costi delle crisi non possono più gravare sugli altri: è questo il senso di poter intervenire preventivamente. I crac che hanno coinvolto alcune bcc venete avevano ovviamente mostrato i sintomi della crisi: il nuovo sistema consentirà di inserirsi in questi processi, per prevenire il default evitando di doverne pagare dopo il conto».

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