Bidelli con titoli falsi: scoperti 30 casi in tutto, 20 già licenziati

PADOVA. Sono saliti a 30 i bidelli e gli assistenti amministrativi delle scuole padovane ad aver presentato titoli fasulli per essere assunti. L’indagine, coordinata dall’Ufficio Scolastico regionale e provinciale, si è chiusa a fine febbraio.
Sono stati a controllare, uno a uno, i fascicoli del personale Ata, assunto all’inizio dell’anno scolastico per verificare la veridicità dei titoli dichiarati. E così è emerso che 20 tra collaboratori e assistenti avevano presentato titoli falsi conseguiti in scuole-diplomifici del Sud. Altri 10 per ottenere un punteggio più alto in graduatoria, avevano dichiarato di aver insegnato per vari anni in scuole paritarie sempre del Sud, ma l’incrocio dei dati forniti con quelli dell’Inps ha rivelato che non erano stati versati i contributi previdenziali.
Per i primi 20 è già scattato il licenziamento che sarà ratificato dal provveditore Roberto Natale per evitare che gli accusati di “falso in atto pubblico” chiedano di essere iscritti nelle graduatorie per il prossimo anno scolastico. Per gli altri 10 il percorso per arrivare al licenziamento è ancora in itinere perché i dirigenti scolastici, dopo l’Inps, devono verificare il falso dichiarato degli anni di servizio dopo aver preso contatti anche con le scuole, dove gli accusati dicono di aver lavorato.
Non è stato molto difficile incastrare i bidelli e gli impiegati truffaldini perché sia la provveditrice della Campania, Luisa Franzese, sia i singoli presidi delle scuole del Sud coinvolti nella vicenda, hanno offerto la massima collaborazione. Come si prevedeva, Padova si è rivelata una delle province del Veneto dove si sono riscontrati più casi del genere. Le altre province, dove sono stati scoperti altri casi simili, sono Venezia e Verona. Per lo più i “furbetti della scuola” lavoravano nelle scuole elementari sia della città che nei paesi della provincia.
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